“Un ragazzo di 27 anni si ĆØ suicidato nel carcere di Uta e ha donato gli organi.
Cari amici io non sono contento, non doveva arrivare al suicidio”. A scriverlo pubblicamente sul suo profilo Facebook ĆØ l’ex presidente e ancora oggi tra i massimi rappresentanti della onlus Prometeo, Pino Argiolas. “Forse ĆØ contento chi voleva vedere soffocare i detenuti in un’auto della polizia carceraria. Il carcere deve servire per rieducare, non per morire”. Parole chiare, un’amara analisi di un triste caso che arriva a un giorno di distanza dal post della sorella del giovane che, a sua volta ĆØ stato condiviso dalla garante per i diritti dei detenuti sardi, Irene Testa.
“Comunque G.O., 27 anni, morto suicida nel carcere di Uta ha donato tutti i suoi organi. Era una sua volontĆ scritta da tempo. Lo scrivo perchĆ© voglio che si sappia di questo suo importante gesto. Voglio che si sappia che la sua vita non valeva meno di altre anche se detenuto”, cosƬ Irene Testa. Ed ecco il racconto della sorella del ragazzo: “Un’anima fragile ma forte, dolce e generosa, che ha trovato la forza di donare vita anche nel momento più buio. Credevi che il tempo non finisse mai, nelle nuove vite, nel ritorno del tempo, e ora vivi nei cuori di chi ha ricevuto il tuo dono.
Hai donato nuova vita a chi ne aveva bisogno. Ti ricorderò sempre per il tuo sorriso dolce, il tuo spirito libero, il tuo amore e le tue passioni. La tua storia non finisce qui, vive nei nostri cuori e nelle vite di chi hai salvato. Mio fratello giĆ anni fa aveva deciso di donare i suoi organi. Ha donato il suo cuore a una ragazza di 19 anni affetta da cardiomiopatia, il fegato ĆØ stato donato ad un uomo di 68 anni affetto da grave epatopatia, il rene destro ad una donna di 44 anni affetta da insufficienza renale ed il pancreas e il rene sinistro sono stati donati ad uomo di 47 anni affetto da una grave forma di diabete”.