Juventus-Cagliari 2 a 1: l’analisi di Pisacane
Mister Pisacane commenta la sfida contro la Juventus con grande lucidità. «Quando affronti la Juventus tutto ciò che fai sembra avere un peso diverso», afferma subito il tecnico, che sottolinea anche il rammarico per «il pareggio immediato» e per «una scalata sbagliata» che condiziona la gara dopo un buon avvio. Nonostante questo, Pisacane rivendica la personalità del gruppo: «Mi piace pensare alle tante cose buone e a come alimentarle». Ricorda inoltre la necessità di soffrire insieme in un contesto così impegnativo: «È impensabile venire qui e non soffrire, ma ci siamo riusciti».
Il valore del lavoro quotidiano
Pisacane entra poi nel dettaglio degli episodi che segnano la gara. «Yildiz si conosce e non puoi mai distrarti», dice, evidenziando il momento in cui la squadra subisce il 2-1 in una fase complicata. Il tecnico però apprezza la reazione: «Siamo ripartiti e abbiamo creato nuovamente i presupposti per segnare». Difende anche le scelte sui cambi: «Anticiparli non avrebbe dato giustizia al piano gara». Ribadisce inoltre la fiducia nel percorso: «La gioventù non è un alibi, bisogna crederci e lavorare insieme».
Positività e convinzione
Il tecnico commenta anche gli elogi ricevuti. «I complimenti fanno piacere, ma spero di prendere presto qualche punto in più e meno complimenti», dice sorridendo. L’analisi rimane comunque concreta: «Serve più malizia nelle due fasi». Pisacane invita tutti a focalizzarsi sulle prestazioni: «Oggi abbiamo fatto vedere molte cose buone. Pensiamo positivo e guardiamo avanti con fiducia».
Focus sui singoli
Pisacane dedica spazio anche ai giovani. «Palestra è un giocatore che siamo felici di avere», ribadisce, ricordando la necessità di accompagnare il suo percorso con calma e umiltà. Valuta con ottimismo Liteta: «Ha prospettiva e può essere utile alla causa». Riconosce anche il lavoro di Folorunsho e Adopo, che fronteggiano una Juventus intensa. Infine rilancia la direzione del gruppo: «Non servono i complimenti, contano i punti. Lavoriamo per invertire la tendenza e una gara alla volta restiamo vivi».
