Il Marina Cafè Noir lascia Cagliari dopo 23 anni di cultura
Il Marina Cafè Noir, primo festival letterario della Sardegna e punto di riferimento per la cultura popolare, lascia Cagliari. L’annuncio, arrivato dal collettivo Chourmo, segna la fine di un capitolo lungo 23 anni, scritto tra piazze, libri, dibattiti e storie condivise. «Partiamo dalla fine», scrivono gli organizzatori, spiegando una decisione difficile ma maturata con consapevolezza.
Una storia nata nelle piazze
Dal 2003 il Marina Cafè Noir ha trasformato le piazze del capoluogo in luoghi di incontro e partecipazione. Il festival ha saputo unire scrittori, artisti, cittadini e curiosi attorno a temi sociali e politici, offrendo uno spazio libero e inclusivo. Ha restituito vita a quartieri e spazi dimenticati, diventando una delle manifestazioni più amate e riconosciute anche fuori dall’isola.
Rapporti difficili con l’amministrazione
Negli ultimi anni, però, il rapporto con il Comune di Cagliari si è complicato. Gli organizzatori denunciano una crescente difficoltà nel dialogo istituzionale e una burocrazia percepita come ostacolo più che come strumento di collaborazione. «Ci siamo sentiti considerati un peso, non una risorsa», scrivono nel comunicato. Pur ribadendo di non aver mai chiesto corsie preferenziali, il collettivo lamenta la mancanza di riconoscimento per un progetto che ha contribuito in modo significativo alla vita culturale della città.
Una pausa per riflettere e ripartire
I fondatori del Chourmo spiegano che la sospensione delle attività a Cagliari non segna la fine del festival, ma l’inizio di una nuova fase. «Vogliamo capire dove portare la nostra storia e la nostra esperienza», dichiarano, anticipando che il Marina Cafè Noir continuerà altrove, fedele al suo spirito nomade e alla sua missione di far incontrare persone e luoghi attraverso la cultura.
Una domanda aperta per la città
L’addio del Marina Cafè Noir lascia un vuoto nel panorama culturale cagliaritano e apre una riflessione più ampia sul futuro della cultura in città. «Da cittadini – scrive il Chourmo – ci piacerebbe capire quale idea di cultura ha e avrà Cagliari». Intanto, il saluto arriva con le parole di sempre: A si biri mellus — “ci vediamo meglio”, forse altrove, ma sempre con la stessa passione.