Quartu e la Sardegna piangono Giacomo Desogus e Matthias Steri, le due giovani vittime della battuta di caccia scoperta la scorsa notte nelle campagne di Mela Murgia.
Giacomo e Matthias, rispettivamente 28 e 27 anni, erano amici da ragazzi e condividevano la passione per la caccia.
Una dinamica di una tragedia che ancora lascia dubbi. Secondo la prima ricostruzione degli investigatori, Steri per errore avrebbe esploso un colpo di fucile che ha colpito alla nuca l’amico, uccidendolo, e poi si è tolto la vita. Il fucile, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, era di proprietà di Desogus che era l’unico ad avere il porto d’armi. Ma da fonti venatorie, c’è chi sostiene, come il presidente regionale dell’associazione Caccia Pesca e Tradizioni Sardegna Marco Efisio Pisanu, che “lo sparo non sarebbe avvenuto in un’azione di caccia ma sulla strada del rientro”.
Intanto, tra Quartu e il Cagliaritano, sono tanti i messaggi di cordoglio. “La notizia ha lasciato tutti senza parole – commenta il sindaco Graziano Milia -. Esprimo il mio personale cordoglio, quello dell’Amministrazione comunale, di tutta la comunità quartese per quanto accaduto”. Sempre dal comune cittadino, “Che tragedia, condoglianze alle famiglie”, il commento del consigliere Tonio Pani.
Non sono mancate le polemiche, con il Gruppo d’Intervento Giuridico e Lega per l’Abolizione della Caccia a sollevare la questione. “Governo e Parlamento dovrebbero riflettere seriamente sui tragici dati degli incidenti di caccia, tuttavia non si vede all’orizzonte alcuna iniziativa di alcun genere, ma soltanto le consuete ottuse iniziative legislative per l’ampliamento della caccia in ogni direzione – sostiene il Grig -. In tre mesi, secondo i dati raccolti dall’Associazione vittime della caccia, al 21 novembre 2024 c’erano già 38 fra morti e feriti, cacciatori e non cacciatori. Ogni stagione di caccia, oltre a milioni di altri animali, uccisi e feriti, ci sono anche numerose vittime umane. Nel totale silenzio di istituzioni e classe politica”.