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Il carcere di Uta è allo sbando: “Detenuti che cercano di impiccarsi e aggrediscono gli agenti”

È “allarme rosso” per il penitenziario più grande della Sardegna. Nelle ultime ore tante situazioni al limite, i poliziotti sono sempre più esasperati: “Possiamo ospitare 530 persone, invece ce ne sono 750 e ne arrivano anche per il 41 bis”
La Redazione

Il carcere di Uta “è una polveriera, la situazione sembra ormai sfuggita di mano, si attivino interventi urgenti immediati!”. A lanciare l’allarme sono tutti i sindacati, uniti sempre di più. Michele Cireddu della Uil Pa, Luca Fais del Sappe e Alessandro Cara dell’Uspp, insieme a Giovanni Villa della Fns CISL descrivono uno scenario di caos, confusione e violenza: “Diversi detenuti hanno cercato di impiccarsi, un altro ha distrutto gli arredi della sua camera, quelli dell’infermeria, ha aggredito gli Agenti con un bastone, altri si sono rifiutati di rientrare in cella, 4 detenuti sono stati trasportati d’urgenza in ospedali esterni, a questi eventi fanno da contorno le aggressioni e le minacce di morte a danno degli operatori, è allarme rosso. Sono giorni da allarme rosso quelli che vedono il personale di polizia penitenziaria nel carcere di Uta in estrema difficoltà”.

“Sono infatti in continuo aumento le aggressioni a danno dei poliziotti, degli operatori, le minacce di morte, gli insulti e le ribellioni da parte di detenuti facinorosi che si rifiutano di rispettare le regole!
La situazione ha raggiunto una soglia estremamente allarmante , attualmente sono 4 i detenuti ricoverati in luogo esterno di cura, uno dei quali continua a distruggere intere camere ospedaliere mettendo a rischio la sicurezza, non solo degli operatori, ma degli altri pazienti e del personale medico. Si tratta di un detenuto che ha già aggredito un numero elevato di Agenti e addirittura il vice direttore e, nonostante le reiterate richieste di allontanamento dal carcere di Uta, l’amministrazione non ha mai riscontrato le nostre richieste lasciando in bali degli eventi gli operatori”, denunciano i sindacalisti. “Il suo atteggiamento ha creato l’emulazione degli altri detenuti, quando infatti da in escandescenza ed ingerisce pezzi di vetro e distrugge ogni arredo che trova nelle proprie vicinanze, coincidono sistematicamente i tentativi di suicidio, le aggressioni le resistenze ed i rifiuti di rientrare nelle rispettive celle degli altri detenuti. Ci riferiscono che un sovrintendente per non abbandonare il personale allo stremo sia addirittura in servizio dalle 6 del mattino odierne e pare che sino alle 6 di domani non potrà smontare, lavorando ininterrottamente per 24 ore di fila , è una follia! Il dipartimento nel mentre continua ad inviare detenuti facinorosi e nonostante il carcere possa contenere 530 detenuti sono già più di 750 quelli effettivamente presenti. Nonostante questo dato allarmante continuano ad inviare detenuti addirittura per scontare il 14 bis, malgrado ci siano altri detenuti sottoposti a tale regime che stanno letteralmente mettendo a ferro e fuoco il carcere. Siamo estremamente preoccupati perché il personale è allo stremo e sente una sensazione di abbandono giustificata dal fatto che nonostante il rischio concreto che possa succedere qualcosa di eclatante, non si intravedono iniziative concrete da parte dei vertici dell’Istituto tanto meno dal provveditore regionale. Si intervenga immediatamente, allontanando i detenuti che in questi giorni stanno coinvolgendo altri nel mettere in atto aggressioni, resistenze, minacce ed ogni tipo di atteggiamento che mette a rischio la sicurezza dell’Istituto e si integrino immediatamente i servizi all’interno delle sezioni e dal Prap si attivino piani di emergenza per fronteggiare i disordini che avvengono quotidianamente, prima che si verifichino situazioni estreme”.

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