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I trapiantati sardi furiosi: “Sfrattati dalla terapia intensiva del Brotzu, così rischiamo la vita”

Il reparto del settimo piano viene destinato ai bambini. Ma, per chi ha appena subìto un trapianto, lo spazio non c’è più: “Solo stanze nei reparti ordinari, dove il rischio di infezione è altissimo”, tuona Pino Argiolas della onlus Prometeo. “Un trapiantato è un paziente fragilissimo, bastano i batteri di uno starnuto per passare grossi guai”
Paolo Rapeanu

Costata tanti soldi, “400mila euro” e, dopo tanta fatica per ottenerla, persa in un battito di ciglia. La terapia intensiva dedicata ai trapiantati, al Brotzu, cambia “clienti”: via chi ha avuto un nuovo fegato, spazio ai bambini reduci da operazioni delicate e rischiose. Tutti hanno diritto a uno spazio, ovviamente. Ma, levarlo a una categoria di pazienti e malati “fragilissimi”, è comunque un qualcosa da far gridare vendetta. Pino Argiolas, dirigente della onlus Prometeo Aitf, è noto per la sua pazienza infinita e, quindi, succede solo che voglia far presente, alzando volutamente i toni. “La decisione arriva dai alti dell’Arnas Brotzu, direttamente dal direttore sanitario”. Sono ormai oltre 500 i trapiantati di fegato in Sardegna, ogni anno se ne contano circa una trentina in più.

“I trapiantati di fegato vengono espropriati di una struttura indispensabile nel post trapianto Una struttura che sostituisce la vecchia terapia semi intensiva, e che con tutte le modifiche era costata 400mila euro per garantite ai trapiantati di fegato un decorso post operatorio tranquillo”, prosegue Pino Argiolas. Siamo certi che in Sardegna serve una terapia intensiva pediatrica, da anni viene richiesta da cittadini e medici, ma siamo anche certi che non può essere aperta scippando la struttura ad altri pazienti fragili come i trapiantatiRiteniamo che questa decisione del D.S sia una ulteriore prova di forza nei confronti di chi con tanta abnegazione e grande professionalità ha realizzato a Cagliari oltre 500 i trapianti di fegato.

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