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Hotel e ristoranti, sos dei sindacati: “In Sardegna irregolare il 76% dei lavoratori, tanti in nero”

Oltre 43 mila gli occupati. Ben 65 mila ad agosto. Ma solo il 39% ha un contratto stabile, gli altri stagionali (37%) o tempi determinati (24%). A questo si aggiunge il forte impatto del lavoro irregolare: nel 2023 le attività di alloggio e ristorazione in Sardegna si distinguono per un elevatissimo tasso di irregolarità
La Redazione
In Italia il settore alberghiero continua a crescere in termini di occupazione.

“La crescita dell’economia del turismo in Sardegna è strettamente legata al lavoro di migliaia di lavoratori e lavoratrici e crediamo sia indispensabile che l’assessore regionale, quando ragiona delle prospettive tracciando anche le linee direttrici per lo sviluppo di un turismo di qualità, lo faccia coinvolgendo le rappresentanze del mondo del lavoro”: è l’appello dei segretari regionali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil Nella Milazzo, Giuseppe Atzori, Monica Porcedda e Cristiano Ardau, che lo scorso 27 febbraio hanno inoltrato una richiesta di incontro all’assessore Cuccureddu. Una richiesta che al momento è rimasta inascoltata: “Vorremmo discutere di qualità del lavoro e contrasto alla precarietà – hanno detto i segretari regionali – anche intrecciando misure di sostegno al reddito e attività di formazione nei periodi di non lavoro, partendo dal presupposto che occorre comunque mirare a un turismo non solo stagionale, promuovendo le aree interne e costruendo un’offerta fondata sulla valorizzazione delle tipicità, dell’ambiente, della cultura e delle tradizioni locali”.

I sindacati evidenziano che sono in media oltre 43 mila i lavoratori dipendenti occupati (dati Inps 2023), con un picco di 65 mila 748 nel mese di agosto. Soltanto il 39 per cento ha un contratto stabile, gli altri sono stagionali (37%) o tempi determinati (24%). A questo si aggiunge il forte impatto del lavoro irregolare: secondo un’indagine dell’Ispettorato del lavoro, nel 2023 le attività di alloggio e ristorazione in Sardegna si distinguono per un elevatissimo tasso di irregolarità, il 76%. Se si prende come riferimento il dato dei lavoratori vittime di irregolarità, per il 22 per cento si tratta addirittura di lavoro nero.

“Purtroppo – hanno scritto i segretari regionali – le condizioni di lavoro rappresentano  una delle fragilità del settore e occorre ragionare su questo punto per individuare, insieme, non solo con le imprese, percorsi che rafforzino strutturalmente la qualità del lavoro intesa come stabilità, emersione dal nero, rispetto dei contratti e di tutte le norme indispensabili a costruire quel turismo di qualità di cui parla lo stesso assessore”. 

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