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Funerale Funerale

Funerali “truccati” a Cagliari, necroforo condannato: dovrà dare 7 mila euro alla Asl

I familiari dei defunti indirizzati verso agenzie in cambio di denaro: mega risarcimento all’azienda sanitaria
La Redazione
Close-up of mature man keeping hand on top of closed lid of coffin with dead body of relative or family member during funeral service

Funerali “truccati” a Cagliari, necroforo condannato: dovrà dare 7 mila euro alla Asl

Funerali “truccati” a Cagliari, necroforo condannato: dovrà dare 7 mila euro alla Asl. La Corte dei Conti ha inflitto un risarcimento di 6.876 euro a Piero Usai, 67enne di Dolianova, per aver compromesso la reputazione dell’azienda sanitaria cittadina a causa del suo coinvolgimento nell’indagine “Caro estinto”. L’inchiesta, scoppiata nel 2017, aveva acceso i riflettori su un presunto sistema di favori nelle camere mortuarie degli ospedali cagliaritani, con oltre cento indagati e numerosi arresti domiciliari.

La notizia, con maggiori dettagli sul quotidiano L’Unione Sarda, oggi in edicola.

Usai, che lavorava all’ospedale Santissima Trinità come necroforo, nel 2019 aveva patteggiato una condanna a 20 mesi, con pena sospesa. Oggi, i giudici contabili hanno accolto la richiesta della Procura regionale, giudicando le sue azioni lesive dell’immagine dell’ente pubblico. L’ex dipendente non ha presentato alcuna difesa e non si è costituito nel procedimento.

Secondo le ricostruzioni investigative, all’interno di vari obitori cittadini sarebbe emersa una rete organizzata tra dipendenti ospedalieri e impresari funebri. I familiari dei defunti venivano indirizzati verso imprese precise, in cambio di denaro o regali. Le telecamere installate dagli inquirenti avevano immortalato passaggi sospetti di contanti e pacchi regalo.

Al termine delle indagini, la Procura aveva richiesto il processo per una quarantina di persone, tra necrofori e impresari. Altre posizioni, invece, si erano chiuse con condanne minori o dichiarazioni di prescrizione. Il giudice Donata Cabras, insieme a Valeria Mistretta ed Elena Brandolini, ha firmato la sentenza, riconoscendo nella condotta di Usai un comportamento contrario ai principi di correttezza e legalità che devono guidare l’operato del personale sanitario.

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