Picchiato al Poetto
Un ragazzo non perfetto, ci mancherebbe, “ma nemmeno un delinquente o uno che cerca rogne”. Anzi, l’esatto opposto. A CagliariNews parla la mamma, una donna di 43 anni che lavora come educatrice in provincia, del quattordicenne picchiato al Poetto di Cagliari. Di un grosso branco, attenzione: “Alla fine erano in venti contro uno, quell’uno era mio figlio”.
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Tutto è partito mentre il figlio era, con qualche amico, al mare alla Terza fermata: “Un gruppo di ragazzi ha insultato una ragazzina. Lei è stata la prima a reagire, credo li conoscesse. Poi si è messo in mezzo lui e, in cinque contro uno, l’hanno picchiato e insultato. Mio figlio allora si è allontanato, nel frattempo erano spariti anche i suoi amici, chissà dove”.
Ha avuto il tempo di raggiungere la fermata del bus davanti al supermercato, poi nuova aggressione: ” che è andato in scena il “secondo tempo” del pestaggio: “Erano almeno una ventina. I primi picchiatori devono aver chiamato altri loro amici col cellulare”, racconta la donna, che si basa su quanto riferito dal figlio.
“Tra loro c’erano dei maggiorenni ma anche dei tredicenni. Lui è poi riuscito a salire sul bus e tornare a casa”. Portato al pronto soccorso del Policlinico, i medici hanno notato il viso “gonfio” per le botte ricevute e l’hanno dimesso con un giorno di riposo.
Ma il peggio potrebbe ancora venire: “A causa di alcuni problemi è seguito da un esperto, teme che mio figlio possa sviluppare qualche forma anche grave di malessere o panico più avanti nel tempo, quando si ricorderà nuovamente ciò che gli è capitato. Ciò che mi dispiace e che mi lascia senza parole”, va avanti la 43enne, “è che nessuno abbia aiutato un giovane in evidente difficoltà davanti a una ventina di bulli che lo stavano aggredendo”.
Difficile non notare un ragazzo picchiato al Poetto da altri giovani, soprattutto se sono una ventina. Dovrò andare a sporgere denuncia contro ignoti dai carabinieri, mi faranno sapere se nelle zone delle aggressioni ci sono o meno telecamere e se i filmati, nel caso, sono ancora disponibili”.
“Voglio giustizia per mio figlio, non si meritava di essere picchiato per avere difeso una ragazzina. E mi vergogno profondamente al posto di tutti quei genitori che non sanno dove vanno o cosa combinano i loro figli minorenni tra Cagliari e provincia”.