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Ferragosto, la grande vergogna delle guardie mediche sarde: “Aperte solo 5 su 45”

Disagi e grossi rischi anche in vari comuni del Cagliaritano, come Pula o Villasimius. Dall’assessore Bartolazzi nessuna soluzione, esplode la rabbia
Paolo Rapeanu

La Sanità in Sardegna abbassa la guardia, guardie mediche sarde quasi tutte chiuse a Ferragosto: “Una crisi annunciata e ignorata”.

A dirlo, con tanto di feroci polemiche a contorno, è l’Ugl Sanità Sardegna: “Esprimiamo forte disappunto e profonda preoccupazione per la drammatica situazione dei presidi turistici estivi. La realtà, con soli 5 presidi aperti su 45 previsti a causa della cronica mancanza di medici, conferma purtroppo una crisi che avevamo ampiamente previsto e segnalato”.

La notizia, nota già da qualche giorno, ha visto l’assessore Bartolazzi intervenire sulla stampa, ricordano di conoscere il problema ma, allo stato, non riuscendo a mettere nessuna pezza sulle mancanze.

Ferragosto, sanità rovente: guardie mediche sarde quasi tutte chiuse

In qualità di sindacato responsabile e propositivo, avevamo sollevato la questione in tempi non sospetti e avevamo richiesto un confronto diretto con l’Assessorato alla Sanità.

La nostra denuncia non si è limitata a evidenziare il problema, ma è stata accompagnata da proposte concrete e pratiche, finalizzate a evitare l’attuale collasso. In diverse occasioni, e in particolare durante un incontro con l’Assessore Bartolazzi, avevamo presentato le nostre soluzioni che, ci è stato confermato, erano state considerate valide e apprezzate.

Ci risulta incomprensibile il motivo per cui, dopo una valutazione positiva delle nostre proposte, queste non siano state mai applicate”.

” Di fronte a tale inerzia, e vista l’emergenza estiva che ogni anno si ripete, “siamo costretti a pensare che la volontà di creare questo disagio sia tutt’altro che casuale”, proseguono dall’Ugl.

“Non si spiega altrimenti una tale incapacità di gestire una problematica prevedibile e per la quale erano state messe sul tavolo delle alternative.

Questa situazione si inserisce in un contesto più ampio che la UGL sta vivendo: dopo aver portato soluzioni e proposte concrete in diversi tavoli di confronto con vari Assessorati, compreso quello della Sanità, notiamo una progressiva e preoccupante interruzione delle convocazioni.

“La UGL continua a lottare per la dignità dei lavoratori e per il diritto alla salute dei cittadini sardi”.

“Siamo pronti a fare la nostra parte, ma ci chiediamo se la politica e la burocrazia regionale siano realmente interessate a risolvere i problemi o a perpetuarli”.

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