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I farmacisti sardi sulle barricate: “L’aumento di 120 euro annui è inaccettabile”

Rabbia alle stelle per i lavoratori delle farmacie di Cagliari e di tutta la regione, ben 2mila. Nel mirino i contratti e gli aumenti, definiti “un’elemosina”: ecco tutte le cifre. COSA NE PENSATE?
Paolo Rapeanu

La protesta dei duemila farmacisti sardi

Da Cagliari parte la protesta, nazionale, dei farmacisti delle farmacie, anche quelli sardi. Circa 2000 dipendenti in Sardegna, distribuiti in 600 esercizi, si sono uniti per chiedere a Federfarma di sbloccare le trattative per il rinnovo del contratto collettivo di lavoro, scaduto a fine 2024.

Circa 300 farmacisti si sono radunati davanti alla prefettura di Cagliari, coi rappresentanti di Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs, per protestare contro l’associazione dei datori di lavoro dei farmacisti sardi.

Nella Milazzo, segretaria regionale Filcams Cgil, ha spiegato: “Federfarma continua a mantenere posizioni inaccettabili e si è rotto il tavolo di trattativa per il rinnovo del contratto nazionale, che dovrebbe riconoscere il valore e la professionalità di migliaia di farmacisti e farmaciste. Questi professionisti spesso svolgono anche turni straordinari e compiti aggiuntivi che però non vengono compensati con un aumento del salario minimo”.

Per Giuseppe Atzori della Fisascat Cisl, “Si apre oggi un periodo di lotta contro l’atteggiamento di Federfarma, che non vuole rinnovare il contratto collettivo in modo dignitoso e che non riconosce la professionalità dei farmacisti. Purtroppo, li considera addirittura meno dei commessi dei supermercati, perché la proposta economica che fanno è irrisoria e non dignitosa per professionisti che, dopo anni di studi e specializzazioni, sono figure fondamentali”.

Cristiano Ardau, segretario regionale Uiltucs, ha aggiunto: “Dopo otto incontri nazionali, Federfarma continua a offrire una proposta iniqua di aumento di soli 120 euro all’anno, ovvero circa 69 centesimi all’ora. I farmacisti, dopo cinque anni di laurea e corsi di specializzazione, guadagnano meno di un salumiere. Nelle farmacie dei servizi, i farmacisti vaccinano, fanno elettrocardiogrammi e sono un presidio medico-sanitario: le farmacie fanno grandi profitti, ma non vogliono riconoscere ai farmacisti dipendenti una retribuzione e una normativa dignitose. Per questo oggi parte la protesta e si va verso uno sciopero nazionale del settore”.

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