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Emergenza povertà Emergenza povertà

Emergenza povertà a Cagliari: “Sette clochard morti in un anno, invisibili per tutti”

Walter, l’ex paracadutista Antonio, Michele e l’ultimo morto, a Is Mirrionis, Salvatore. Il ricordo toccante ma anche amaro del presidente di “Amici della strada Sardegna”, Roberto Carrus: “Non si può morire così nel 2025, abbiamo assistito a decessi lenti e in alcuni casi violenti. In strada vivono epilettici, diabetici con problemi mentali: ignorarli è un atto di violenza”
La Redazione

Salvatore Matera, un nome e un cognome che, probabilmente, tanti riuscivano ad associare a un volto che, però, è finito nel dimenticatoio da quando il sessantunenne, trovato senza vita ieri nel suo rifugio fatto di cartone tra i cespugli di una strada polverosa di Is Mirrionis, a Cagliari, era finito ai margini della società. Uno dei tanti “invisibili” ma “visibili” solo dai volontari e da chi, armato di solidarietà e buon cuore, aveva deciso di aiutarlo. Prima di lui altre croci a Cagliari, a contarle con la tristezza che lo avvolge è Roberto Carrus, presidente dell’associazione di volontariato “Amici della strada Sardegna”. Lo fa con un duro e lungo messaggio, correlato da foto, che ben fanno capire, o almeno intuire, la situazione di emergenza.

“Non si può morire così nel 2025. Nel giro di un anno abbiamo assistito alla morte lenta e crudelmente anche in alcuni casi violenta di almeno 7 persone. Abbiamo soccorso e salvato recuperando almeno altrettanti. Ancor oggi soccorriamo coi nostri sanitari e col nostro calore umano diversi nostri fratelli e sorelle che vivono in strada: epilettici, diabetici con problemi mentali ed anche più gravi. Li chiamano ‘invisibili’ perché non li vogliono vedere, ma loro sono la che ci chiedono aiuto. Se uno di noi, uno qualsiasi di noi esseri umani sta in questo momento soffrendo è malato o ha fame, è cosa che ci riguarda tutti. Ci deve riguardare tutti perché ignorare la sofferenza di un uomo è sempre un atto di violenza”, ricorda Carrus, citando Gino Strada.

“Sotto la pioggia e con il freddo ci muoviamo ogni giorno per aiutare chi soffre. Aiutarli quotidianamente come noi facciamo, vuol dire non abbandonarli mai. La povertà e la sofferenza c’è tutti i giorni ma non bisogna mai far mancare loro la speranza. Anche stanotte come ogni giorno la nostra Unità è presente per difendere chi soffre. Vivo è il mio ricordo di Walter che era pieno di vita,di Antonio (ex paracadutista), di Michele di Salvatore. A loro abbiamo dato il nostro costante aiuto e sono croci che stanno nel nostro cuore. Ad ognuno di loro ed a quelli che ancora vivono nel malessere vogliamo ricordare che per loro ci saremo sempre. È triste morire cosi che lassù troviate il calore che alcuni vi hanno negato in questa terra. Riposate in pace, fratelli miei. Nel nostro cuore rimarrà per sempre il vostro ricordo I tanti momenti di calore, le tante gioie ed il dono dell’amicizia che ci avete regalato”.

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