Ā«Ho un nodo in gola e una tristezza difficile da raccontare ā scrive Murru ā ma mi vedo costretto a chiudere, non per scelta miaĀ». Quel sogno aveva preso forma alcuni anni fa, con lāapertura di una piccola bottega nel suo paese. Ā«Ho provato in tutti i modi a resistere, ma negli ultimi tempi la concorrenza della grande distribuzione non mi ha lasciato scampoĀ».
Alle spalle, quasi 37 anni di lavoro tra supermercati e attività in proprio. Un percorso che gli ha permesso, insieme a Manu, di costruire una famiglia con tre figli. «Trovarmi oggi senza lavoro mi fa stare male», ammette.
La bottega ha rappresentato molto più di un semplice esercizio commerciale. Ā«Abbiamo passato qui tantissime ore della nostra vita ā racconta ā aprendo anche nei giorni festivi, senza guardare lāorologio, facendo sacrifici enormi e rinunciando spesso al tempo per noi e per la famigliaĀ». Un impegno portato avanti Ā«con amore e dedizioneĀ» verso una clientela diventata negli anni una seconda famiglia.
«Pensare che non saremo più qui la mattina mi spezza il cuore», confessa. Tra quelle mura, spiega, si è condiviso molto più di un panino o di un dolce: «Qui si rideva, si piangeva, si socializzava. Era un luogo di incontro, qualcosa che la grande distribuzione non può offrire».
Non mancano, però, le ombre. Ā«Con il tempo ho pagato anche la fiducia data a troppe persone, spesso a discapito della mia famiglia, senza riceverla indietroĀ». Durante il periodo del Covid, Murru ha continuato a lavorare, effettuando consegne a domicilio anche per beni essenziali. Ā«Lāho fatto in silenzio, perchĆ© il bene non si dice, ma sarebbe bastato davvero pocoĀ».
Il saluto finale va a chi ha sostenuto la bottega in questi anni: «Un abbraccio a tutti coloro che ci hanno supportato. Grazie di cuore».