Nuovo sviluppo nel caso legato alla presunta decadenza della presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde.
Dopo le due sentenze della Corte costituzionale, il Collegio regionale di garanzia elettorale – rappresentato dall’avvocato Riccardo Fercia (ancora in carica nonostante la revoca, in attesa del sostituto) – ha depositato oggi in Corte d’appello a Cagliari un’integrazione alle difese già presentate lo scorso 28 luglio.
Nel nuovo atto, il Collegio chiarisce che la Consulta non ha preso alcuna decisione definitiva sulla decadenza della presidente, che – si sottolinea – non è stata ancora dichiarata da nessun organo. L’avvocato Fercia spiega che la Corte costituzionale ha annullato l’ordinanza-ingiunzione solo nella parte in cui si era ritenuto, erroneamente, che le violazioni fossero riconducibili al comma 7 dell’articolo 15 della legge n. 515 del 1993.
In realtà – secondo quanto sostenuto dal Collegio – si tratterebbe di violazioni da ricondurre al comma 8, come già affermato dal Tribunale di Cagliari e confermato da una sentenza della Cassazione del 2017.
Il legale sottolinea che la Consulta ha riconosciuto al giudice ordinario il potere-dovere di riqualificare i fatti contestati, confermando che il procedimento in corso è un giudizio elettorale nel quale il tribunale può valutare nel merito la condotta oggetto di contestazione.
"In pratica – afferma Fercia – il Tribunale ha corretto la precedente qualificazione giuridica, attribuendo la violazione al comma 8 invece che al 7. È questo l’unico punto su cui la Consulta è intervenuta, disponendo l’annullamento parziale."
Secondo il Collegio, sarà ora il giudicato civile a stabilire in via definitiva la natura delle violazioni, mentre sarà la legge n. 515 – così come interpretata dai giudici – a vincolare il Consiglio regionale all’adozione di un eventuale provvedimento amministrativo.
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