I dazi americani imposti dal presidente Donald Trump mettono paura all’Italia, ma soprattutto alla Sardegna. Un ricarico del 200% su tutti i vini, champagne e prodotti alcolici. Secondo la Confederazione italiana agricoltori (Cia), l’Isola ĆØ tra le regioni più esposte: e allora nelle cantine sarde, molte delle quali presenti nell’export sul mercato milionario a stelle e strisce, dilaga la preoccupazione.
“Un problema molto grande da gestire, per un settore che giĆ affronta le sue difficoltĆ ”, le parole del direttore delle Cantine di Santadi, Massimo Podda e da trent’anni presente nel mercato degli Usa. “Ma ĆØ sconfitta per tutti, sia per chi subisce sia per chi ha deciso di imporre questi dazi. Non ĆØ detto infatti che questa misura favorisca il mercato locale americano e i consumi delle persone potrebbero cambiare”, spiega.
La Sardegna colpita nel comparto agroalimentare, dunque, e a subire gli urti peggiori – anche come riportato in una nota dal segretario del movimento Unione Popolare Cristiana (Upc) Antonello Satta – saranno soprattutto i tanti lavoratori delle quattrocento cantine presenti nell’Isola. “Alcune potrebbero essere in grado di organizzarsi, inviando prima i loro vini che non subirebbero i dazi”, spiega il direttore Podda, “ma per altre invece il rischio ĆØ quello di non riuscire vendere il proprio prodotto”.
L'export del vino sardo rappresenta una fetta di mercato importante, cresciuto nel 2023 del 16%. "In questo modo però il rischio è che il sistema si blocchi del tutto, con i consumi che inevitabilmente andrebbero a diminuire", commenta Podda.