Tagli ai fondi ministeriali e mondo della danza in rivolta a Cagliari
Tagli ai fondi ministeriali e mondo della danza in rivolta a Cagliari. Unāondata di sconcerto e indignazione attraversa la comunitĆ culturale cagliaritana dopo la pubblicazione, il 17 giugno, della graduatoria dei contributi del Ministero della Cultura per lo spettacolo dal vivo. Il verdetto della Commissione Danza ha escluso o declassato la maggior parte delle realtĆ coreutiche sarde, colpendo duramente il tessuto artistico di Cagliari. Tra le realtĆ penalizzate spiccano Carovana S.M.I., Tersicorea, Fuorimargine e Sardegna Teatro, tutte protagoniste consolidate nel panorama nazionale e internazionale.
Il dato ĆØ allarmante: sei progetti su nove presentati dalla Sardegna sono stati esclusi dal finanziamento triennale 2025-2027. Una percentuale ā il 60% ā che fa dellāisola la regione più penalizzata dāItalia, sollevando dubbi sullāequitĆ del processo di valutazione e sospetti di natura politica.
Una perdita culturale, sociale e occupazionale per Cagliari
A Cagliari, le ricadute rischiano di essere devastanti. La cittĆ , che negli ultimi anni ha visto fiorire spazi innovativi di produzione e ricerca artistica, viene ora colpita al cuore. Le realtĆ escluse rappresentano un presidio culturale diffuso, capace di generare occupazione, valorizzare le differenze e promuovere la Sardegna in ambiti internazionali.
Giulia Muroni, direttrice artistica di Fuorimargine, denuncia:
āLa nostra attivitĆ ha prodotto tournĆ©e allāestero, stabilitĆ lavorativa e inclusione. Abbiamo portato la diversitĆ sul palco con qualitĆ e visione. Lāattacco che subiamo ĆØ prima di tutto politico, serve unāazione concreta delle istituzioni per difendere il diritto alla complessitĆ culturaleā.
Anche il centro di produzione Oltrenotte parla di āuna cancellazione che compromette progetti, reti e posti di lavoro in un territorio giĆ fragileā.
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Le istituzioni locali alzano la voce
Sul caso ĆØ intervenuta anche Marta Mereu, presidente della Commissione Cultura del Comune di Cagliari:
āDecisioni del genere penalizzano ancora una volta i territori insulari. Non servono tagli, ma investimenti. Difenderemo la cultura come diritto, con trasparenza e determinazioneā.
Parole ancora più dure arrivano dallāassessora regionale alla Cultura Ilaria Portas, che legge nel provvedimento āun chiaro connotato politicoā:
āSono stati colpiti soprattutto organismi attivi nelle regioni a guida progressista, con valutazioni inspiegabilmente basse nonostante i riconoscimenti ottenuti negli anni. La cultura non può essere giudicata in base allāappartenenza politica. Cercheremo di chiarire le ragioni di una scelta cosƬ dannosa e ingiusta per la Sardegnaā.
Il rischio: un silenzio calato sulla scena cagliaritana
Mentre Cagliari rischia di perdere importanti punti di riferimento culturali, cresce la mobilitazione del settore. Artisti, operatori e amministratori chiedono risposte chiare, trasparenza nei criteri di valutazione e un immediato intervento correttivo. In gioco non ci sono solo i bilanci dei singoli progetti, ma il futuro stesso della danza contemporanea in Sardegna.