Dai domiciliari nella sua abitazione di viale Sant’Avendrace a Cagliari a una cella del carcere di Uta. La vita di Matteo Putzu, per tutti Dj Zola, trentunenne di Maracalagonis, è cambiata nel giro di pochi minuti. I carabinieri l’hanno arrestato per spaccio di droga, certificando un’attività che andava avanti da quasi due anni. La potente ketamina, le altrettanto “pesanti” Mdma e cocaina: tutte droghe prese all’estero e portate nei locali cagliaritani in autunno e inverno e in tutta la costa del sud Sardegna in estate. Insieme a lui alte sette persone tra disc jockeys e organizzatori. Un vero e proprio business, molto fiorente secondo gli investigatori. Fissato l’interrogatorio di garanzia, Putzu sceglierà di parlare sperando di riuscire a chiarire la sua posizione nella vicenda o se restare in silenzio.
Già fissato l’interrogatorio di garanzia: “Vedremo cosa emergerà, il mio assistito potrebbe non rispondere o rilasciare dichiarazioni spontanee. Si trovava già ai domiciliari, da sei mesi, per un’ipotesi accusatoria di cessione di droga, la restrizione in carcere a Uta è inaspettata e a nostro avviso sproporzionata”, spiega l’avvocato Emanuele Pizzoccheri Orofino. Dj Zola “pensava che, anche ipotizzando un ulteriore procedimento nei sui confronti, non ci sarebbero state le esigenze cautelari per il carcere”. Scontata, o quasi, la richiesta di riesame: “Nel caso, si baserà solo sui presupposti applicativi e sulle esigenze cautelari”.