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Choc a Cagliari: ragazzine palpeggiate e prese a schiaffi

L’episodio sabato notte a pochi passi da piazza Yenne. Secondo le giovani gli aggressori sarebbero due ragazzi stranieri, probabilmente nordafricani. Sul posto anche la polizia
La Redazione

Una notte di paura e violenza in via Azuni, sulla scalinata della chiesa di Sant’Anna, accanto a piazza Yenne, nel cuore della movida cagliaritana. Due uomini si sarebbero avvicinati nella piazza a un gruppo di tre giovanissime e per le ragazze sono iniziati momenti di terrore tra molestie sessuali, minacce e ceffoni.

A raccontarlo è N.S., 18 anni compiuti a fine agosto e ancora terrorizzata dalla notte da incubo vissuta. “Io e delle mie amiche, queste un po’ brille, eravamo sedute a Sant’Anna, quando si è avvicinato questo tipo che ha incominciato a importunarle chiedendo alle mie amiche se volessero fumare la sua canna”, racconta. Al rifiuto delle ragazze sono partiti i palpeggiamenti da parte dell’uomo. “Loro volevano andarsene, ma lui le teneva ferme al braccio. Anche io mi sono messa in mezzo, dicendogli di andarsene, ma lui ha iniziato a toccare anche me”.

La giovane, sulla base del racconto, ha provato a difendersi dall’uomo. “Gli ho messo una mano sul petto e da lì mi sono partiti schiaffi e qualcuno ha provato a dividermi”. All’uomo, presumibilmente straniero, visto la lingua parlata, se n’è aggiunto un altro. “A me e alle mie amiche ha messo la mano sul seno e sotto la gonna”. E aggiunge: “Una volta separati, quest’uomo ha preso una bottiglia di vetro e ha incominciato a minacciare”.

Ancora sconvolta e con segni in faccia e graffi al collo, la giovane è riuscita a chiedere aiuto agli psicologi che nel fine settimana monitorano il centro storico e chiamare la polizia dopo essere riuscita a scattare una foto (pubblicata dal nostro giornale, opportunamente oscurata) al suo aggressore. “Proprio dalla polizia mi sono sentita dire che avevo la maglia troppo scoperta. L’aggressore? Non l’ho mai visto prima”. Uno dei due aggressori è stato immortalato con uno smartphone. La giovane sta valutando coi familiari l’ipotesi di formalizzare una querela.

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