Corona e Signorini, nel mare di indiscrezioni e rivelazioni “hard” coinvolto anche l’influencer sardo
Un nuovo capitolo scuote il caso che ruota attorno ad Alfonso Signorini, al centro dell’inchiesta-video firmata da Fabrizio Corona e pubblicata sul suo canale YouTube all’interno del format Falsissimo.
Tra i nomi di chi è “entrato in contatto” con Signorini spunta anche quello dell’influencer sardo Leonardo Gino Mascia.
Nel video nessuno pronuncia mai esplicitamente il suo nome, ma diversi indizi portano gli spettatori più attenti a identificarlo come il content creator che sperava di entrare al Grande Fratello Vip insieme alla nonna.
A fugare ogni dubbio è stato lo stesso Mascia, pubblicando anche nelle storie Instagram alcune foto risalenti a quei giorni.
Ma Mascia non sarebbe l’unico volto noto isolano coinvolto. Tra le fonti citate da Corona compare anche Andrea Petagna, calciatore e suo amico personale.
È proprio Petagna, attraverso una chat mostrata nel video, a segnalare a Corona di conoscere direttamente un ragazzo che sarebbe stato contattato da Signorini.
Secondo quanto sostenuto da Corona nelle due puntate di Falsissimo e nei contenuti a pagamento collegati, il direttore di "Chi" avrebbe, nel corso degli anni, contattato decine — se non centinaia — di giovani,.
A tutti la stessa promessa: un possibile ingresso nella casa più famosa d’Italia in cambio di prestazioni sessuali.
Una possibilità che, sempre secondo il racconto di Corona, solo in rarissimi casi si sarebbe concretizzata.
Dopo la pubblicazione della prima parte dell’inchiesta, Signorini avrebbe presentato una denuncia per revenge porn, che ha portato a una perquisizione e al sequestro del materiale destinato alla seconda puntata.
Corona ha però reagito rapidamente, rigirando l’episodio in tempi record, che continua nel frattempo a totalizzare visualizzazioni.
Tornando a Mascia, il creator ha affidato ai social un messaggio carico di amarezza: "È l’inizio di una lunga storia che nemmeno mia madre conosceva".
E ancora: "Nemmeno a mia nonna avevo detto nulla, pur essendo anche lei protagonista della vicenda. Le avevo promesso che ce l’avremmo fatta in un altro modo".
la domanda che sintetizza tutto: "Ma davvero funziona così? È giusto che chi debba pagare paghi". Una vicenda che, tra accuse, smentite e indagini, continua ad allargarsi e a far discutere.
