Carbonia, via libera all’agrivoltaico davanti a Monte Sirai. Il parere negativo della Soprintendenza è arrivato tardi e ora l’impresa può piazzare i pannelli accanto all’antica fortezza fenicio-punica del Sulcis. Si chiude così il lungo braccio di ferro tra la società EN.IT. FV. e il Comune di Carbonia sul progetto di un parco agrivoltaico da 9,87 megawatt in località Terra Niedda.
Il Tribunale Amministrativo Regionale ha accolto il ricorso presentato dalla società contro il diniego dell’amministrazione comunale, annullando tutti gli atti che avevano bloccato l’iniziativa. Il motivo? Il parere contrario della Soprintendenza è arrivato oltre il termine perentorio e quindi risulta giuridicamente inefficace. Tutto ha avuto inizio a dicembre 2023, quando EN.IT. ha attivato la Procedura Abilitativa Semplificata (Pas) presso lo Sportello Unico per le Attività Produttive (Suape).
Il progetto ha attraversato una complessa fase istruttoria che ha coinvolto più enti, tra cui la Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio. Quest’ultima, il 24 aprile 2024, ha espresso un parere negativo, ritenendo il progetto “incompatibile” con la vicinanza all’area archeologica di Monte Sirai e al paesaggio circostante.
Carbonia, sì all’agrivoltaico a Monte Sirai
Ma secondo il Tar, il parere è stato espresso oltre il termine del 15 aprile fissato dal Suape, e dunque si era già formato il silenzio assenso previsto dalla legge. Il Comune, invece, ha ritenuto quel parere vincolante e ha convocato una seconda conferenza di servizi, giungendo al diniego definitivo dell’agosto 2024. Una scelta che i giudici amministrativi hanno considerato illegittima, ricordando che, in assenza di un formale intervento in autotutela, ogni parere tardivo non può più produrre effetti. La Direttiva Suape e la normativa nazionale, infatti, non consentono riaperture istruttorie basate su atti fuori termine.
Il Tar ha anche rigettato l’argomentazione secondo cui l’assenza della concessione demaniale avrebbe sospeso l’iter. Secondo i magistrati, la concessione può arrivare solo dopo la chiusura della conferenza di servizi e non rappresenta un ostacolo alla sua conclusione.
Ne consegue che il progetto si era concluso positivamente già al 15 aprile, e il Comune avrebbe dovuto solo adottare la determinazione finale. Oltre agli aspetti procedurali, il caso riaccende il dibattito più ampio sul difficile equilibrio tra tutela del patrimonio e transizione energetica. La società ha sostenuto che l’atteggiamento dell’amministrazione si sia tradotto in un ostacolo ingiustificato agli investimenti in fonti rinnovabili, con richiami espliciti a principi europei e nazionali in materia ambientale.
Con questa sentenza, il progetto agrivoltaico davanti a Monte Sirai potrà vedere la luce.