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Camion bar incendiato a Sinnai, le lacrime di Rita: “Pochi aiuti e nessun risarcimento, impossibile lavorare”

Tre settimane fa il che ha incenerito il suo furgoncino, unica fonte di guadagno per Rita Monni, vedova 56enne e con una figlia che studia all’estero: “Alla mia età dove posso ricominciare? Sinora mi hanno donato tremila euro, troppo pochi visto che, con gli accessori, ne servono almeno 35mila. Aiutatemi”.
Paolo Rapeanu

La raccolta fondi è bloccata e, sin qui, nulla di misterioso, può capitare che passata l’iniziale “emozione” la gente tenda a dimenticarsi di questo o quel dramma. Ma l’incendio che ha ridotto in cenere il camion bar di Rita Monni, 56enne di Sinnai, è ancora, come si dice in questi casi, sulla bocca di tutti. “Ma la raccolta fondi è ferma. Gli investigatori stanno ancora valutando per capire se il rogo sia stato doloso oppure no, ma a prescindere non ci sono assicurazioni”. E la disperazione è alle stelle: “Con quel lavoro portavo il pane a casa e davo una mano a mia figlia che studia all’estero”.

“Sono vedova dal 2013 e da allora mi sono rimboccata ancora di più le maniche”, confida la cinquantaseienne. “Alla mia età dove vado a lavorare? Sono troppe le cose che non vanno a inizio a pensare che non ci sia una via di uscita”. A meno che le donazioni non riprendano vigore: “A conti fatti, per ripartire mi servono 35mila euro. Vorrei tanto averli per l’estate, stagione nella quale ho sempre lavorato tanto e bene. Non è facile chiedere aiuti, lo faccio con il cuore in mano”.

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