Cagliari, esplode il caso delle violenze al Windsurfing Club. racconti di violenze riportate con chiare e circostanziate accuse, anche di bullismo su ragazzini appena dodicenni.
C’è una sentenza, del tribunale federale sportivo, che inchioda alle proprie responsabilità due sportivi di sedici anni più alcuni istruttori. C’è l’atto ufficiale, il documento della Federvela, con fatti, segnalazioni e denunce, fatte dai genitori di due atleti molto giovani. A firmare il documento sono il presidente, Avilio Presutti, e l’avvocatessa Simona Crispo.
Cagliari, bullismo e violenze al Windsurfing Club
I fatti salienti. Il 20 agosto 2024 i genitori dei giovanissimi vittime di bullismo parlano con due allenatori: “Ci sono 4 video nei quai vengono ripresi comportamenti, bullizzanti, nei confronti dei nostri figli”.
Chi compie i vergognosi atti sarebbero due sedicenni.
Gli allenatori avvisano i consiglieri del circolo, poi a fine mese un altro incontro tra alcuni genitori, il coordinatore, l’allenatore e la direzione sportiva del Windsurfing Club di Cagliari.
In autunno altri incontri ufficiali, poi il primo ottobre le prime decisioni importanti: sospesi i due “ragazzi terribili” e anche l’attività agonistica della squadra Open Skiff.
Risulta, inoltre, che i genitori dei minori offesi hanno presentato denuncia presso il Tribunale dei Minori e presso la Procura della Repubblica competenti.
All’esito delle indagini, nell’ambito delle quali sono stati acquisiti i filmati, i documenti e le dichiarazioni dei genitori dei minori.
la Procura contesta a due istruttori “di non aver esercitato un’adeguata vigilanza, supervisione e controllo sugli atleti, lasciando che si venisse a creare una situazione di disagio tale che tutti i ragazzi della squadra giovanile si sono poi allontanati dal circolo”.
Agli atleti “bulli” la Procura “imputa il comportamento inappropriato, sconveniente ed illegittimo tenuto nei confronti degli atleti più giovani”.
Ai rappresentanti del circolo affiliato, così come al coordinatore, la Procura imputa “di aver fatto poco o nulla per reprimere e punire i gesti ed i violenti e ristabilire un sereno ambiente educativo e ciò sebbene informati di quanto accadeva anche prima della trasferta di Arco e così la responsabilità oggettiva dell’affiliato”.