Balordi e violenti
Una porzione di città dove quella “percezione” di tranquillità tanto discussa e finita spesso al centro di dibattiti fa a pugni con la realtà: a Cagliari esistono anche violenza e paura. Per quanto Cagliari non sia una “città pericolosa” al pari di tanti altri capoluoghi di regione italiani, bastano anche i casi racchiusi in un breve lasso di tempo a spingere una parte, non marginale, della popolazione, a lanciare grossi sos. Quanto accaduto nelle ultime ore di maggio – un sabato sera quasi estivo ‘gelato’ dal tentato omicidio di uno straniero in via Sassari ad opera di un altro nordafricano, ultimo fotogramma di una rissa tra gruppi di africani molto probabilmente irregolari – non può passare in cavalleria. La rabbia è tanta, a partire dai residenti che, da anni, invocano maggiore sicurezza ma poi assistono, inermi, a spaccio di droga, violenza e pestaggi a cielo aperto tra via Maddalena, piazza del Carmine e tutta l’area di almeno metà Stampace.
Le reazioni dopo violenza e sangue a Cagliari
“Residenti a Stampace in stato d’assedio. Via Sassari è l’inferno. Scene di guerriglia urbana davanti agli occhi dei turisti e reesidenti trincerati in casa. Non è più possibile vivere in queste condizioni. L’allarme scatta sempre la sera e le forze dell’ordine che intervengono immediatamente e efficacemente, fanno quello che possono ma non basta. Gli interventi delle istituzioni devono essere definitivi . Espulsione”, tuona Adolfo Costa, presidente del comitato residenti Stampace “è la parola sempre più ricorrente e non ci stiamo più, noi residenti, a fare le vittime sacrificali. Non siamo razzisti e ci mancherebbe, ma non possiamo vedere la nostra città messa a ferro e fuoco da bande di extracomunitari che sempre più stanno allargando la loro azione e i loro interessi malavitosi”.
Parole durissime, e non cambia la “durezza” nemmeno nell’analisi-sos fatta da Alessandro Serra di Forza Italia: “La misura è colma. Quanto accaduto la scorsa notte nel centro cittadino è l’ennesimo episodio di una deriva che non possiamo più accettare. Cagliari, città da sempre tranquilla e ospitale, non può diventare ostaggio di violenza, degrado e illegalità.” Così Serra, segretario cittadino di Forza Italia, che commenta con preoccupazione il grave fatto avvenuto in via Roma, dove una lite si è trasformata in un tentato omicidio a colpi di bottiglia. “I residenti, i commercianti e i frequentatori del centro non possono vivere nella paura, costretti ad assistere impotenti a scene di violenza che si ripetono con inquietante frequenza”.
È inaccettabile che intere zone si trasformino in territori senza legge, dove la criminalità agisce impunemente. L’impegno delle forze dell’ordine, che ringraziamo per il loro lavoro quotidiano, non può restare isolato: deve essere accompagnato da soluzioni politiche e amministrative concrete, mirate a riportare sicurezza, legalità e decoro nei rioni. Serve una strategia integrata, fatta di prevenzione, presidio del territorio e interventi mirati per spezzare le dinamiche del degrado urbano.” Serra conclude con una serie di proposte: “Chiediamo al Comune, alla Prefettura e alle istituzioni competenti un’azione coordinata e determinata: più controlli, più sicurezza, ma anche un piano di rigenerazione sociale per restituire dignità ai quartieri e serenità ai cittadini. Cagliari merita di essere una città viva e sicura, non il teatro quotidiano della paura”.
Caustico anche il capogruppo comunale di Fratelli d’Italia, Pierluigi Mannino: “I frutti amari dell’immigrazione incontrollata, ennesima dimostrazione della propensione alla violenza di chi si ritrova proiettato in una realtà non sua, di cui non conosce valori e regole. Andando oltre i recenti episodi, la violenza con cui siamo chiamati a confrontarci ha origini profonde. La propensione allo scontro fisico necessita di antidoti quali cultura, conoscenza, dialogo, rispetto del prossimo, applicazione delle regole della pacifica convivenza senza eccezioni o distinguo. Si manifesta ovunque e il primo passo per affrontarla con serietà è prenderne atto, senza sminuirla riducendola a mera percezione”, afferma “Parafrasando Brecht, o meglio, Martin Niemöller, potremmo dire che quando il problema riguarderà tutti noi e i nostri cari, potrebbe essere troppo tardi. Basta temporeggiare, è arrivato il tempo di agire. Ognuno per quanto gli compete. Senza attendere il prossimo episodio di sangue e violenza”.