Talassemici furiosi a Cagliari e provincia, sangue nettamente insufficiente rispetto a quanto ne serve per fare la “classica” terapia e tanta paura per possibili contraccolpi a livello di salute. C’è chi ci mette pubblicamente la faccia, è il caso di Marco Mameli di Capoterra.
Cagliari, talassemici senza sangue
È consigliere esecutivo dell’Avis provinciale di Cagliari e sta sperimentando sulla sua pelle cosa significhi, purtroppo, la carenza del plasma nell’Isola: “La mia è una denuncia di un sistema che calpesta la dignità dei pazienti. Ieri trasfusione di routine al Microcitemico di Cagliari. Arrivo al parcheggio e mi squilla il telefono, è la segreteria: ‘Dal centro trasfusionale ci comunicano che non c’è il tuo sangue. Puoi tornare a casa’. Un messaggio agghiacciante, per Mameli così come per qualunque talassemico.
Lui non si arrende: “Non abito dietro l’angolo, ho fatto chilometri. Mon me ne vado. Salgo e parlo con il medico”. E scopre una verità secondo come ben peggio: “Il vero problema? Non è la solita “carenza di sangue, è la mancanza di personale. La sorganizzazione. È il carico di pazienti che si accumula da mattina a sera. A rimetterci? I nostri medici, infermieri e operatori del day hospital talassemici che fanno il massimo oltre il loro orario, pur di garantirci l’unica terapia salvavita. E noi pazienti, sempre l’ultima ruota del carro”.