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Cagliari, addio allo storico market di Stampace: “Costretto a chiudere senza aiuti con una pensione da fame”

Piero Caredda si arrende, a 77 anni chiude un’altra rivendita storica: “Devo sopravvivere con 640 miseri euro e tanti debiti”
Paolo Rapeanu

Piero Caredda si arrende e chiude lo storico market di Stampace a Cagliari, tra il Corso Vittorio e via Tigellio. Un negozio storico che scompare e un 77enne con ancora tanta grinta che, da oggi, dovrà accontentarsi della pensione: “Di 640 miseri euro dopo decenni di lavoro, una beffa”. Ha cercato di resistere ai cambiamenti e alla crisi, Caredda. “Ho chiesto aiuto a Caritas, Regione e Comune in qualità di negozio storico, nessuno mi ha dato una mano”. A darne notizia, raccontando la sua lunga battaglia e cercando di aiutarlo in ogni modo possibile è stata la giornalista cagliaritana Graziella Marchi, che ha anche pubblicato tanti articoli-appelli sul suo sito NoiItalia.com. Piero Caredda ha smontato già banchi e banconi e restituito le chiavi alla legittima proprietaria delle mura: “Pagavo un affitto di 500 euro al mese, non ce l’ho più fatta negli ultimi anni e ho accumulato ritardi per undicimila euro”. Altri debiti che si troverà sul groppone l’anziano.

“Sono pensionato da tempo ma, con il market, ho sempre sperato di incrementare il netto mensile. Sono stati i grossi supemarket e centri commerciali a uccidermi, prima avevo una media di 15 spese al giorno a domicilio, l’ho finita con due prenotazioni alla settimana”. Un disastro: “Sì”, conferma il settantasettenne. Nato a Seui, a Cagliari sin da giovane, è uno stampacino doc a tutti gli effetti. “Belli i tempi in cui i miei clienti erano professori, avvocati e medici. Pian piano sono tutti spariti. E da oggi sparsico anche io, dovrò arrovellarmi per capire come arrivare a fine mese con spese e debiti da ripianare e una pensione sicuramente da fame e ingiusta dopo oltre quarant’anni di lavoro”.

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