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Cagliari, gli Oss dimenticati allo stremo nelle tende: “Aiutateci con una raccolta firme”

Sono 81 e da due anni attendono la chiama per lavorare: “Da sfruttati a abbandonati, dobbiamo salvarci entro il 31 dicembre”
La Redazione

Emergenza stabilizzazioni, il silenzio della politica esaspera gli operatori socio-sanitari: ā€œCi avete usati, ora ci ignorateā€. Prosegue da oltre tre settimane il presidio sotto il Consiglio regionale da parte di 81 operatori socio-sanitari, in attesa di risposte concrete sulla loro stabilizzazione.

La guerra di 81 Oss di Cagliari asserragliati nelle tende

Un’attesa che, giorno dopo giorno, si misura con un silenzio istituzionale sempre più difficile da tollerare. "Assordante, vuoto, capace di erodere ogni speranza" – cosƬ lo definiscono i manifestanti, molti dei quali impegnati in prima linea durante l’emergenza Covid, quando il virus era ancora sconosciuto e nessuno era disposto a esporsi in corsia. ā€œCi hanno chiesto di esserci quando tutti avevano paura, ci hanno promesso che nessuno sarebbe stato lasciato indietro. Ma oggi, a distanza di anni, ci ritroviamo esclusi, dimenticati proprio da chi ci aveva fatto quelle promesseā€, denunciano. Senza di loro, ricordano, molti servizi essenziali non sarebbero stati garantiti, soprattutto nei momenti più drammatici della pandemia. Nel mirino c’è la scadenza del 31 dicembre 2025, termine ultimo per il riconoscimento dei requisiti Covid validi ai fini della stabilizzazione. Una data che si avvicina senza che, secondo i manifestanti, vi siano segnali concreti da parte delle istituzioni: ā€œDa due anni assistiamo a continui rinvii, a promesse mai mantenute, a risposte interlocutorie che servono solo a guadagnare tempo. Intanto, il nostro futuro resta appeso a un filoā€. Il caso, nato all’interno dell’Azienda Ospedaliera Universitaria, si ĆØ esteso nel tempo a tutte le ASL coinvolte, senza trovare ancora una soluzione unitaria. Gli operatori parlano apertamente di ā€œmenefreghismo istituzionaleā€ e di ā€œatteggiamenti umiliantiā€, che avrebbero persino assunto i toni della derisione nei confronti delle loro rivendicazioni. Ora chiedono un cambio di passo immediato: ā€œNon c’è più tempo per tatticismi o giochi politici. Serve una decisione, subito. Altrimenti, per molti di noi, la possibilitĆ  di reintegro sarĆ  definitivamente compromessaā€. Per rompere l’isolamento e amplificare la loro voce, gli operatori hanno lanciato una raccolta firme, rivolgendosi direttamente ai cittadini: un appello alla solidarietĆ  e alla partecipazione, affinchĆ© quella che oggi ĆØ una protesta ristretta possa trasformarsi in una mobilitazione collettiva, capace di riportare il tema al centro dell’agenda politica.

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