Manuela Murgia morta nel 1995 a Cagliari, caccia al Dna. Si svolgeranno il prossimo 7 luglio, a Cagliari, gli esami irripetibili sui vestiti di Manuela Murgia, la sedicenne trovata morta trent’anni fa a Tuvixeddu. A fissare l’incidente probatorio è stato, come da prassi, il gip Giorgio Altieri: reperti analizzati nel contradditorio dalle parti ed emerge che saranno presenti 4 Ris, due per ogni accertamento. I risultati non saranno subito disponibili, ma solo tra circa 2-3 mesi: l’obbiettivo è trovare delle tracce di Dna che non appartengano alla ragazzina e poterle comparare, in primis con il profilo genetico dell’unico indagato attuale, l’ex fidanzato Enrico Astero, 54 anni, tutelato dall’avvocato Marco Fausto Piras. Astero, dal canto suo, si è professato “innocente” e ha ricordato di essere già stato interrogato, tre decenni fa, uscendo dall’inchiesta grazie a un alibi che era stato ritenuto attendibile e che, al momento della morte della sedicenne, tra lui e lei non c’era più nessun tipo di rapporto.
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Manuela Murgia, caccia al Dna dopo mesi di “lotta”
Sono Bachisio Mele, Giulia Lai e Maria Filomena Marras i tre legali dei parenti più stretti della sedicenne. È stato grazie al loro impegno corale, unito alla forte volontà delle due sorelle e del fratello di Manuela Murgia di non “arrendersi” davanti alla chiusura del caso come suicidio ad aver portato, qualche mese fa, alla riapertura ufficiale del caso. Le eventuali tracce di Dna che saranno trovate, anche se non dovessero appartenere ad Astero, potrebbero essere una motivazione più che sufficiente per proseguire con le indagini.