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La più grande incompiuta di Cagliari in mano agli incendiari, milioni persi per il tunnel mai nato

L’ecomostro di Tuvumannu dato alle fiamme e meta da balordi. La strada dal Brotzu a Sant’Avendrace e porto “cancellata” 20 anni fa dalla Giunta Soru: degrado assoluto
Paolo Rapeanu

Fosse fatto di cartapesta, l’incendio di due notti fa scoppiato nel tunnel ecomostro di Tuvumannu avrebbe rappresentato la parola “fine” alla più grande incompiuta di Cagliari. Seicento metri scarsi realizzati al costo di 20mila euro al metro quadro, il sogno di togliere dall’isolamento via Castelli e creare un collegamento per le auto diretto da Brotzu a Sant’Avendrace e sino al porto viene “cancellato” perché nel 2006 arriva lo stop della normativa urbanistica introdotta dalla Giunta Soru.

Da allora, solo qualche idea abortita praticamente sul nascere, nello strapiombo visibile dal “rione dei crolli” dietro piazza D’Armi lo scenario è desolante. Diventato meta di innocui curiosi ma, allo stesso tempo, anche di balordi e sbandati, il fuoco ha invaso il tratto realizzato e ammorbato l’aria di tutti i residenti dell’area.

Tunnel abortito a Tuvumannu, la più grande incompiuta di Cagliari data alle fiamme

“Un paio di giorni fa, il fumo nocivo e asfissiante, ha fatto il suo ingresso ammorbando l’aria delle case di via Castelli a Cagliari. Proveniva da un incendio probabilmente doloso appiccato dentro al tunnel di Tuvumannu, una incompiuta sulla quale non si parla più. Non si decide più”, attacca l’ex consigliere comunale Marcello Polastri, studioso e tra i più esperti conoscitori sia delle cavità storiche cagliaritane sia delle tante incompiute in terreni e zone più o meno pregiati. “Di conseguenza non si agisce, ricoprendolo di terra, ripristinando la ferita ambientale apportata alla terra tra le palazzine popolari di via Castelli a Tuvumannu. C’è malcontento ma non si abbassa la bilancia su una scelta, una decisione”.

Insomma, nessuno fa nulla. E, laddove ci fosse un progetto concreto e studiato al millimetro, per tradurlo in realtà servirebbero milioni di euro. E chi ce li ha? Il Comune sicuramente no, e di privati interessati all’area nemmeno l’ombra.

“Tra meno di 10 anni potrebbe capitare che quest’opera sotterranea finisca per esser dichiarata ‘storica’”, avvisa Polastri. “un elemento caratterizzante dell’ambiente che la ospita, seppure sia una monumentale incompiuta. Dopo il danno la potenziale beffa”.

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