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Cagliari, l’eterna incompiuta in piazza del Carmine: stop al cantiere della sede della Municipale

Lavori fermi dal 2021 per “palazzo Caide”, mentre esplode il problema sicurezza in centro. Il Comune risolve il contratto con la ditta Andreoni, in liquidazione. Appalto da rifare
Ennio Neri


A Cagliari spunta una nuova incompiuta, è palazzo Caide. Dopo anni di ritardi, sospensioni, varianti progettuali e problemi strutturali emersi in corso d’opera, il Comune ha deciso di dire basta.

È stato formalmente risolto il contratto con la ditta Andreoni incaricata dei lavori di recupero del palazzo Pizzorno Binaghi.

“Palazzo Caide” dal nome della storica attività che per decenni si trovava al piano terra del palazzo, destinato a ospitare uffici e un infopoint turistico.


E forse anche, l’ipotesi era emersa sotto il governo dell’ex giunta di Paolo Truzzu, una sede della polizia Municipale.

Importantissimo in una zona delicata per la sicurezza come quella di piazza del Carmine, troppo spesso luogo di spaccio e aggressioni, come le adiacenti via Sassari e piazza Matteotti, dove proprio ieri è esplosa una maxi rissa che ha portato al ferimento e all’arresto di due algerini.

Ma l’eventuale sede della polizia in centro dovrà attendere. Il Comune ha deciso di risolvere il contratto con la ditta Andreoni, dopo una lunga serie di inadempienze attribuite all’impresa, culminate con la sua messa in liquidazione giudiziale nell’ottobre 2023.

La risoluzione riguarda il contratto principale stipulato nel 2018, oltre agli atti aggiuntivi successivi.

Cagliari, palazzo Caide nuova incompiuta


Il progetto, dal valore iniziale di 1,2 milioni di euro, era stato approvato nel 2014 e aggiudicato nel 2016 tramite appalto integrato.

L’obbiettivo era la riqualificazione completa dell’edificio storico, vincolato dalla Soprintendenza, con interventi su murature, coperture e fondazioni.

Ma la realtà del cantiere ha rapidamente mostrato problematiche impreviste: strutture murarie più deteriorate del previsto, coperture prossime al collasso, necessità di rinforzi antisismici e difficoltà logistiche legate anche alla pandemia.


Nonostante l’approvazione di due perizie di variante e un aumento del budget fino a 1,6 milioni di euro, l’opera è rimasta incompiuta.

Dal dicembre 2021, l’impresa ha sospeso i lavori lamentando la mancanza di materiali, senza più fornire risposte concrete né tempi certi per la ripresa.

L’amministrazione ha documentato l’irreperibilità della ditta, l’assenza di un’organizzazione di cantiere adeguata, un Durc irregolare e l’esistenza di ingenti pignoramenti – per oltre 447mila euro – da parte di diversi creditori.


La risoluzione del contratto implicherà ora la redazione di un verbale tecnico di stato avanzamento lavori, l’inventario delle attrezzature in cantiere e, soprattutto, l’escussione della polizza fideiussoria a garanzia.

Il Comune dovrà inoltre individuare un nuovo soggetto esecutore, con la possibilità di rivalersi sull’impresa per la maggiore spesa necessaria al completamento dell’opera.

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