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Cagliari, il dramma dei malati dal Businco al Brotzu: “Stanze senza luce e calcinacci che piovono dal soffitto”

Reparti da rifare all’Oncologico, qualche operaio però servirebbe anche nel più grosso ospedale sardo. La denuncia del segretario della Fials, Paolo Cugliara: “Uno dei degenti è rimasto ferito, inoltre la sala operatoria non possiede lettini chirurgici idonei”
La Redazione

Il dramma dei pazienti trasferiti all’ospedale Brotzu dal Businco: stanze prive di luce e pezzi di intonaco che cadono dal soffitto. Un’impietosa fotografia della struttura denunciata dal sindacato Fials.

Ospedale Businco off limits a causa di alcuni lavori di ristrutturazione e ampliamento del blocco operatorio. Ecco allora che le attività delle Strutture di Ginecologia Oncologica, Chirurgia ed Endoscopia Interventistica Toracica e Chirurgia Generale ad indirizzo Oncologico sono temporaneamente ubicate al San Michele. “Ma le stanze sono senza luci e pezzi di intonaco sono caduti addosso a un paziente, che è stato trasferito in altra stanza”, l’allarme lanciato dal segretario Fials Giampaolo Cugliara. Per i medici condizioni di lavoro difficili. “Hanno paura di operare in queste condizioni”. Anche tra i parenti dei pazienti “c’è tanta disperazione, come ho potuto constatare dalle telefonate ricevute”, spiega Cugliara.

Il reparto di Chirurgia ed Endoscopia Interventistica Toracica ha trovato spazio nell’ala nord del settimo piano dell’ospedale San Michele e le cure della Chirurgia Generale a indirizzo Oncologico sono nelle stanze di degenza nell’ala nord del settimo piano del San Michele. “I pazienti sono molto spaventati e sembra stiano saltando anche cure e interventi. Vergognoso, mi riservo di fare un esposto alla Procura della Repubblica”, le parole di Cugliara.

Ed ecco l’elenco delle doglianze stilato dalla stessa Fials: “La corsia di degenza del 7° piano del San Michele destinata ad accogliere i pazienti oncologici di chirurgia toracica non è idonea alla elevata complessità assistenziale che li caratterizza. La sala operatoria non possiede lettini chirurgici idonei al posizionamento del paziente per determinati interventi” e spicca anche “l’errato acquisto di quattro aspiratori elettrici per compensare l’assenza degli stessi nelle camere di degenza. Forse siamo noi a non capire, ad avere ancora necessità di risposte. Ma se i vertici aziendali nei comunicati mediatici affermano, inoltre, che ai pazienti sarà assicurata la medesima qualità nelle cure erogate presso il presidio ospedaliero Oncologico, siamo pronti a crederci, si sta parlando dell’ospedale più grande della Sardegna, non può essere diversamente, in fondo, ci diciamo che tutte queste polemiche sono solo frutto di divergenze politiche. Un’ultima perplessità vogliamo evidenziarla”, così punge Cugliara. “rispetto al paziente che operato al polmone ha bisogno del tubo a bolle, un drenaggio senza il quale, dopo alcuni specifici interventi, il polmone non può funzionare. Sono drenaggi che, per permettere all’aspiratore di funzionare come necessario, devono avere una lunghezza tale 3/5 metri, condizione che, inoltre, permette al paziente di svolgere le attività minime di vita quotidiana, per esempio utilizzo della toilette, igiene personale, etc.ja come faranno questi pazienti a raggiungere i bagni nell’ormai conosciutissima corsia del 7° piano del San Michele, dall’altra parte del corridoio rispetto alle camere?Il paziente dovrà nel lungo tragitto lasciar strascicare, per terra, lungo il corridoio il drenaggio, attaccato al suo polmone? E se chi passando inavvertitamente lo calpesta, ci inciampa, sia esso un operatore o un pazienti o chi inavvertitamente lo strappa via?Tutto questo poteva accadere anche all’oncologico? O la presenza dei bagni adiacenti alle camere di degenza erano una protezione indispensabile per i pazienti?”.

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