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Carcere di Buoncammino Carcere di Buoncammino

Cagliari, il Comune dice no al Governo su Buoncammino: “No agli uffici nell’ex carcere”

L'ex carcere di Buoncammino

Il consiglio comunale ha approvato ieri un ordine del che protesta contro la decisione dell’Agenzia del demanio che chiede per la struttura ottocentesca un futuro in chiave di utilizzo culturale e come servizi per la popolazione studentesca cittadina

Cagliari, il Comune dice no al Governo su Buoncammino: “No agli uffici nell’ex carcere”. Il consiglio comunale ha approvato ieri (28 a favore e 2 astenuti) un ordine del giorno (primo firmatario Matteo Massa, Progressisti) che protesta contro la decisione dell’Agenzia del demanio che prevede di sistemare nel vecchio penitenziario un polo di uffici pubblici e chiede per la struttura ottocentesca un futuro in chiave di utilizzo culturale e come servizi per la popolazione studentesca cittadina.

La struttura carceraria cagliaritana è stata edificata nel colle di Buoncammino, tra il 1887 e il 1897, con una superficie coperta di oltre 15 mila metri quadri, in una sede considerata periferica e sicura nella città di allora, accanto ai quartieri militari.

Ma questa sede periferica, nel successivo sviluppo urbanistico della città, ha acquisito una nuova centralità al punto di rappresentare uno dei motivi che ha indotto alla dismissione. In particolare l’ex carcere occupa una posizione strategica in relazione alle strutture universitarie della vicina piazza d’Armi e del complesso scientifico e dell’ospedale militare ed è pienamente inserito nel contesto storico-archeologico dell’Anfiteatro romano, dell’Orto dei Cappuccini, della villa di Tigellio, dell’orto botanico e dei giardini pubblici.

Inoltre l’ex carcere occupa una delle posizioni maggiormente panoramiche della città di Cagliari, con affaccio su entrambi i versanti del Golfo, è prossimo allo storico quartiere di Castello ed è contornato dalla passeggiata del Buon Cammino. Il penitenziario che ha ospitato la casa circondariale di Cagliari per circa 120 anni, nel 2014 è stato chiuso e i detenuti sono stati trasferiti nel nuovo carcere di Uta.

Nel novembre 2015 l’Agenzia del demanio ha trasferito nella sede del vecchio carcere gli uffici di alcuni Enti dello Stato, definendo tali trasferimenti come “temporanei”; a giugno 2023 è stata riportata dagli organi di stampa la notizia che la direttrice dell’agenzia del demanio in Sardegna avrebbe dichiarato che l’ex carcere di Buoncammino ospiterà un polo di uffici pubblici.

Per i consiglieri comunali l’ex carcere di Buoncammino “rappresenta oggi una risorsa strategica del futuro sviluppo socio-culturale ed economico della città di Cagliari e per la promozione della Città universitaria”. Secondo i progetti guida del piano particolareggiato del centro storico di Cagliari, approvato dal Consiglio comunale nel 2021, per l’ex carcere di Buoncammino il programma di riuso dovrebbe partire dall’esigenza di rovesciare la “chiusura totale” che l’ex Carcere ha incarnato per diventare un luogo massimamente aperto alla città, attraversabile e condiviso. L’edificio, infatti, per la sua posizione può essere visto come ‘macchina per guardare’: un’architettura vista, ma dalla quale si può vedere. In questo senso il “cammino di ronda” potrebbe essere reso fruibile come passeggiata panoramica d’eccellenza, e la “memoria” dell’istituzione carceraria dovrebbe essere incarnata in un recupero dell’edificio che lo renda visitabile e attraversabile, riconoscibile (anche mediante appositi apparati “museali”) nel suo ruolo storico, nel quadro di un radicale rovesciamento del suo uso tradizionale. Inoltre l’ex Carcere dovrebbe inoltre cogliere appieno l’opportunità offerta dal fatto di trovarsi al centro di un distretto universitario di oltre 20 mila tra studenti, docenti e ricercatori, oltre due terzi dell’intero potenziale dell’Ateneo. Una “grande fabbrica del parco urbano della conoscenza”: un ruolo sinora mancante di “condensatore” di una molteplicità di funzioni di animazione e servizio comune alla vita universitaria dei diversi poli, e più in generale del campus urbano, di attività pregiate di ricerca e sviluppo integrato (incubatori, startup, fablab, coworking…), e di servizio agli studenti e ai docenti in un quadro di internazionalizzazione (mense, foresterie, biblioteche…con l’esclusione delle funzioni specificamente didattiche) e di ambienti per l’animazione culturale (associazionismo studentesco e non, ambienti espositivi, libreria universitaria..).

“Dunque, non un’altra Istituzione totale segregante”, si legge nell’ordine del giorno, “ma un luogo in cui l’attore pubblico, pur in una visione che ne disponga come “bene comune”, non escluda, anzi, favorisca l’interazione con soggetti privati interessati coerentemente a promuovere innovazione, con i quali trovare forme di gestione integrata della struttura. L’eventuale destinazione dell’ex carcere di Buoncammino ad uso di uffici statali sottrarrebbe alla città di Cagliari una opportunità di sviluppo in uno specifico contesto urbano strategico per l’economia e l’identità del capoluogo della Sardegna”.

Viene sottolineato l’articolo 14 dello Statuto speciale per la Sardegna il quale stabilisce che “La Regione, nell’ambito del suo territorio, succede nei beni e diritti patrimoniali dello Stato di natura immobiliare e in quelli demaniali, escluso il demanio marittimo. I beni e diritti connessi a servizi di competenza statale ed a monopoli fiscali restano allo Stato, finché duri tale condizione. I beni immobili situati nella Regione, che non sono di proprietà di alcuno, spettano al patrimonio della Regione.”.

Così il Consiglio comunale di Cagliari esprime la propria contrarietà all’ipotesi di destinare l’ex carcere di Buoncammino “a polo di uffici statali e impegna il Presidente del Consiglio a comunicare tale contrarietà al Governo – in particolare al Ministro dell’economia e delle finanze, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie e al Ministro della giustizia – e al Parlamento. Impegna il Sindaco a interloquire con la Presidente della Regione Sardegna, con il Governo nazionale e con l’Agenzia per il Demanio al fine di concordare una ubicazione per gli uffici statali in strutture urbanistiche meno pregiate, di valutare il trasferimento della proprietà dell’ex carcere di Buoncammino alla Regione e di ottenere i necessari finanziamenti per una riqualificazione del bene coerente con quanto previsto dal PPCS e destinandone una porzione per la creazione di un museo della memoria carceraria”.

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