A Cagliari avanza inesorabile la “desertificazione bancaria”
Negli ultimi anni, le chiusure di filiali si sono moltiplicate, trasformando il volto economico e sociale della città. Dal centro alla periferia, sportelli un tempo frequentati da residenti e commercianti hanno abbassato definitivamente le serrande.
Oggi, nel capoluogo sardo, ne restano appena una ventina, concentrate quasi tutte nelle vie centrali. Nei quartieri periferici, invece, si assiste a un progressivo abbandono.
La “desertificazione bancaria” non risparmia Cagliari
Gli anziani, che spesso non hanno dimestichezza con i servizi online, si trovano costretti a lunghi spostamenti per prelevare o semplicemente per parlare con un operatore.
Anche le piccole imprese locali risentono della mancanza di punti di riferimento bancari sul territorio, con tempi più lunghi per le operazioni e costi aggiuntivi. Le banche giustificano le chiusure con la crescente digitalizzazione dei servizi e la diminuzione delle operazioni allo sportello.
Tuttavia, la transizione digitale non procede allo stesso ritmo per tutti. Molti cittadini si sentono esclusi e percepiscono questa tendenza come un ulteriore segno di disattenzione verso le esigenze reali del territorio.
La “desertificazione bancaria” non è solo un fenomeno economico, ma anche sociale: riduce la vitalità dei quartieri e contribuisce al loro isolamento. Cagliari, come molte altre città italiane, si trova ora di fronte a una sfida importante e non semplice, cioè coniugare innovazione e accessibilità, evitando che il progresso lasci indietro le persone.