Il Comitato Sardo di Solidarietà con la Palestina chiama alla mobilitazione popolare contro esercitazioni militari in corso nella nostra terra!
Non possiamo restare in silenzio mentre l’Italia si rende complice del genocidio in Palestina, partecipando attivamente alla guerra con la fornitura di armi e appoggio incondizionato al colonialismo israeliano.
Per questo sabato 10 maggio alle ore 16.00 ci troviamo in piazza Costituzione per proseguire in corteo verso piazza Matteotti, dove ci tratterremo fino alle 21.00 con musica, arte e interventi informativi.
Lo scorso lunedì 5 maggio il criminale di guerra Benjamin Netanhau ha chiarito che intende deportare centinaia di migliaia di uomini, donne, bambini e bambine palestinesi per impossessarsi delle loro terre. Cosa altro serve perché i nostri governi decidano di vedere Israele per quello che veramente è, ossia una spietata impresa coloniale che punta all’eliminazione di un intero popolo, e agisca di conseguenza?
Serve una assunzione di responsabilità.
Tutti e tutte dobbiamo assumerci la responsabilità di fermare il genocidio a Gaza e la prosecuzione della pulizia etnica in Cisgiordania. Noi, come ogni altro popolo europeo e occidentale, abbiamo il preciso dovere di chiarire al nostro governo che non intendiamo essere complici in questo massacro. Noi abitanti della Sardegna più di altri e altre abbiamo la possibilità di dare un contributo fattivo alla fine del genocidio, dichiarando la nostra terra indisponibile alle esercitazioni militari e alla fabbricazione di strumenti di morte.
Lottiamoinsieme contro chi occupa militarmente le nostre terre e i nostri mari per testare armi destinate amassacrare popolazioni nei conflitti di oggi e di domani.
Resistiamo a chi vuole farci pagare il prezzo di guerre che affamano i popoli che le subiscono mentre a noi tolgono la sanità, la scuola e l’università pubbliche, trasformando questi diritti in privilegi.
Resistiamo alla propaganda bellica diffusa in scuole, università e nei vecchi e nuovi mezzi diinformazione.
Resistiamo a chi depreda la nostra terra, espropriandola e sfruttandola in nome del profitto.