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Cagliari, troppi bambini dipendenti dai cellulari: il Comune li farà giocare all’aria aperta

Occhi incollati agli schermi per ore e ore, la mossa “sociale” dell’amministrazione: “Restituiamo ai piccoli il diritto al divertimento vero”
Ennio Neri

Cagliari, troppi bambini dipendenti dai cellulari: il Comune promuoverà il gioco all’aria aperta

Cagliari, troppi bambini dipendenti dai cellulari: il Comune promuoverà il gioco all’aria aperta. Il Consiglio comunale di Cagliari approverà una mozione che mira a contrastare l’abuso precoce dei dispositivi digitali tra bambini e adolescenti. Il promotore, il consigliere Andrea Scano, Pd, ha sollevato il problema definendolo una vera emergenza educativa e sanitaria. Le commissioni Istruzione e Innovazione tecnologica hanno elaborato il documento dopo un’approfondita discussione.

Studi recenti mostrano dati preoccupanti: in Italia il 26% dei bambini sotto i due anni utilizza dispositivi digitali in autonomia. Il 94% dei ragazzi tra 10 e 14 anni accede quotidianamente a internet. Molti minori iniziano a usare i social network prima dei limiti di età previsti. Il fenomeno degli “hikikomori” – giovani che si chiudono in casa e rifiutano ogni contatto sociale – rappresenta solo l’aspetto più estremo di un problema più ampio.

La mozione sottolinea i rischi legati a un’esposizione precoce e non mediata: calo delle capacità attentive, difficoltà motorie, disturbi del sonno, irritabilità e isolamento. I pediatri e l’OMS raccomandano di evitare qualsiasi esposizione sotto i due anni e di limitare fortemente l’uso negli anni successivi.

Il Comune si impegna ad avviare azioni concrete: organizzare conferenze con esperti, promuovere incontri nelle scuole, incentivare il gioco all’aria aperta e la socializzazione reale. L’amministrazione prevede anche campagne di sensibilizzazione sui mezzi pubblici e il coinvolgimento del Centro Pedagogico Territoriale per la fascia 0–6 anni.

Andrea Scano ha ribadito la necessità di un intervento urgente da parte di istituzioni, famiglie e scuole. “Dobbiamo restituire ai bambini il diritto al gioco vero, alle relazioni autentiche, al movimento. La tecnologia, se usata bene e al momento giusto, può essere utile. Ma occorre guidare i più piccoli, non abbandonarli agli schermi”.

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