Danilo Cancedda, lo scorso 13 febbraio, si è suicidato o è stato ucciso o, ancora, è stato indotto a farla finita? La morte del vigilante in forza alla Coopservice resta tinta di giallo. Il corpo del 40enne è stato trovato in un canneto sulle sponde della laguna di Santa Gilla. Alcuni segni evidenti hanno fatto propendere immediatamente per il “suicidio”, tanto che dopo otto giorni è stato celebrato il funerale. Ma la mamma del vigilante, Daniela Sorrentino, ha reso pubblici tutti i suoi dubbi e le sue “urla di verità”. Per lei il figlio non ha compiuto nessun gesto estremo, anzi: “L’hanno ucciso”. Tre parole che rimbombano da ore anche in una pagina Facebook che ha aperto, dal titolo chiarissimo: “Verità e giustizia per Danilo, la voce di una madre”.
La donna, contattata dalla nostra redazione, ha confermato tutto ciò che, per lei, non torna: “Mio figlio viveva con me anche se era fidanzato, negli ultimi tempi era cambiato. Più taciturno e più riservato”, sostiene mamma Daniela, notando quindi un cambio di carattere in quello che, da tutti, è sempre stato descritto come “un ragazzo tranquillo e sempre sorridente, pronto alla battuta”. Il giorno della morte “era insieme a me sino a due ore prima del decesso, era normale come sempre”. Prima di uscire per l’ultima volta di casa, Danilo Cancedda avrebbe lasciato cellulare e chiavi sopra il letto. Un particolare che è entrato anche nelle carte prodotte dall’avvocato al quale si era rivolta la donna. Risale a una decina di giorni fa la decisione del tribunale, con la pm Diana Lecca che ha aperto un’inchiesta contro ignoti per fare piena luce sulla morte del vigilante “di casa”, lavorativamente parlando, da anni, a Le Vele. Cancedda, padre di una ragazza, aveva gettato la basi per il matrimonio con la sua nuova compagna. Prova ne sarebbe, oltre a varie chiacchierate fatte con i parenti più stretti, anche un oggetto decisamente di valore, stando a quanto trapela un anello, ritrovato sul letto il giorno della sua scomparsa. “Danilo vedeva il buono in tutto, quindi non mi stancherò di chiedere a chiunque può avere informazioni sugli ultimi 60 giorni della sua vita perché la chiave sta proprio in questi sessanta giorni, per capire cosa è successo, sono importanti anche le informazioni più banali”. L’avvocato che segue attualmente la Sorrentino è Carlo Monaldi: “La pm ha sollecitato l’autopsia, siamo in attesa dell’esito anche degli esami tossicologici. Il medico legale che aveva visto il corpo di Danilo Cancedda non aveva trovato segni che potessero fare pensare a una violenza”, ma è chiaro che ormai tutti attendano il nuovo report. “Restiamo in attesa, si sta anche procedendo all’audizione di diverse persone con cui il quarantenne aveva avuto rapporti. La vicenda presenta diverse incongruenze che vanno chiarite”. Ogni particolare potrà essere utile per arrivare a una verità finale e chiara sul decesso di quel “gigante buono sorridente”, così lo ricorda chi oggi lo piange, “che amava tanto la sua famiglia e la sua bambina”.