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Effetto botulino killer, i Comuni rifiutano le sagre: organizzatori di Cagliari disperati

Due vittime, troppe per continuare a ospitare eventi con stand food. Il noto organizzatore Fabio Fenu: “Molti senza camion frigo ma ottegono lo stesso i permessi. Pericolo alto”
Paolo Rapeanu

Il botulino killer spaventa, i Comuni rifiutano le sagre per la disperazione anche dei tanti organizzatori di Cagliari. Due vittime solo in Sardegna, legate alla Fiesta Latina a Monserrato, ed ecco che si blocca l’ingranaggio delle sagre in Sardegna, l’effetto botulino killer c’è tutto anche sul futuro dell’organizzazione di eventi di piazza che prevedono anche la vendita di cibo. A confermarlo a Cagliari News è Fabio Fenu, una vita nell’organizzazione di appuntamenti, da gennaio a dicembre di ogni anno, in tante piazze della Sardegna: “Ora i Comuni non si fidano e rifiutano le richieste. Se mi va bene riuscirò a fare un evento a settembre a Solanas, poi nient’altro”. Il danno economico è ingente, inutile negarlo. Una “macchina” che viene bloccata e poi travolta dai tragici eventi sarà difficile da rimettere in moto.

Botulino killer, dai Comuni stop alle sagre: organizzatori di Cagliari disperati

“Purtoppo, per la negligenza di qualcuno ci passiamo tutti”, prosegue Fenu, che sembra scoperchiare il classsico vaso di Pandora: “Io a malapena riesco a fare 3-4 grossi eventi tutta l’estate, altri al ritmo di una volta alla settimana e in location differenti e distanti tra loro. Mi sono sempre chiesto come facciano ad ottenere le autorizzazioni dalle amministrazioni comunali in tempi così rapidi”.

E poi: “Quando organizzo io tutti hanno celle frigorifere per il cibo, in tanti altri casi viene conservato addirittura dentro le automobili, quindi senza una temperatura giusta e regolata. Bisogna stare attenti anche ai camion bar, quelli in regola hanno le ruote e non toccano mai terra, per quello si differenziano da chi viene classificato come ‘caddozzone'”.

La parola d’ordine per provare, chissà tra quanto, a ripartire, è una: “Solo mezzi in regola, per tutti. C’è chi vuole abbondare e, da organizzatore, da l’ok anche a trenta o quaranta venditori alla volta. Sono troppi, si sa, ed è lungo e complesso riuscire a controllarli tutti, a meno che non ci sia una fiducia, solida e cresciuta nel tempo”. Merce, a quanto pare, almeno in Sardegna ancorag

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