Sì all’autopsia su Roberta Pitzalis, la 38enne prima vittima sarda del botulino killer. Lunedì il pm Giangiacomo Pilia formalizzerà l’incarico al medico legale Nicola Nioi che avrà il compito di accertare e, come già si prevede, confermare le cause del decesso della donna, originaria di Guasila ma residente da anni a Monserrato. Nel mirino c’è il guacamole servito alla Fiesta Latina a Monserrato: la trentottenne l’avrebbe mangiato, accompagnato ad altri prodotti tipici del sud America. Da lì a poco i primi, chiari, sintomi da intossicazione da botulino e il ricovero: prima al Brotzu e poi al Businco, dove purtroppo il suo cuore ha cessato di battere per sempre.
Autopsia su Roberta Pitzalis vittima del botulino, Guasila sotto choc attende il funerale
Guasila è un paese sotto choc. Nessuno si sarebbe aspettato la morte di Roberta Pitzalis: la 38enne, ingegnera e ben inserita nel mondo del lavoro, tornava di frequente nei luoghi della sua infanzia e non c’era un solo guasilese che non la conoscesse e la stimasse. Tantissimi i messaggi di cordoglio già ricevuti dalla famiglia, anche tramite un “semplice” messaggio via smartphone. Si attende il dissequestro della salma, dopo l’autopsia per il funerale. Intanto, c’è anche la massima vicinanza del parroco di Guasila: “Don Gianmarco e l’intera comunità parrocchiale sono vicini alla famiglia di Roberta Pitzalis, invitando la comunità alla preghiera di suffragio per Roberta e di consolazione per la famiglia tutta”.
Parole che arrivano a brevissima distanza da quelle della sindaca, Paola Casula: “Non si può morire così, a trentotto anni, solo per avere partecipato a una festa”. Lo stesso pensiero di tutti quelli che continuano a versare lacrime per la scomparsa di Roberta Pitzalis.