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Operai davanti a una fabbrica, Portovesme. Operai davanti a una fabbrica, Portovesme.

Annunciato lo sciopero generale: il Sulcis Iglesiente scende in piazza

Lavoratori e disoccupati in stato di agitazione. Sulcis Iglesiente pronto a scendere in piazza.
Stato di agitazione per lavoratori e disoccupati. Il Sulcis pronto a scendere in piazza.

Licenziamenti, mancanza di sicurezza, incertezza sui piani futuri: lavoratori e sindacati in stato di agitazione in un territorio con oltre 35mila disoccupati

Le segreterie territoriali di Fiom, Fsm e Uilm annunciano uno sciopero generale per il mese di ottobre che seguirà quello nazionale di venerdì 18, in data ancora da definire. La decisione è stata presa a seguito di una settimana di assemblee che i metalmeccanici hanno tenuto tra i lavoratori delle principali realtà industriali del Sulcis Iglesiente: lavoratori in mobilità, gli appalti della Portovesme srl e dell’Enel, della SiderAlloys e della Gms pensano che non si possa più aspettare e, in un territorio con oltre 35mila disoccupati, si imponga lo stato di agitazione della categoria e la richiesta di risposte immediate.

Gli appalti della Portovesme srl non vogliono aspettare passivamente le decisioni della Glencore e andare incontro a un imponente ridimensionamento causato dall’ormai imminente fermata della linea zinco, né sono soddisfatti dall’annunciata riconversione. Sottolineano le sigle: “pensare al riciclo delle batterie al posto della produzione di zinco, sarebbe una sconfitta, per le perdite di produzione e soprattutto per l’occupazione nettamente inferiore”.

Allo stesso modo si discute tra gli appalti dell’Enel, dove si teme, a ragion veduta, che la decarbonizzazione in corso porterà alla fermata della centrale e, quindi, al termine delle lavorazioni della maggior parte degli stessi. I lavoratori denunciano anche gravi mancanze di sicurezza in conseguenza del non funzionamento di un ascensore nel secondo gruppo.

Forte malessere anche tra i lavoratori della SiderAlloys-Gms: sei anni alla guida della fabbrica non hanno dato alcuna certezza sul futuro dello stabilimento, anzi i tanti e continui cambiamenti nella presentazione dei piani industriali, aggiunti all’ultima richiesta di finanziamenti a garanzia pubblica, impongono riflessioni serie, sulle reali capacità di rilancio in capo all’attuale proprietà.

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