Alle frontiere dell’accoglienza: il nuovo libro di Paola Carta
Alle frontiere dell’accoglienza: il nuovo libro di Paola Carta. Un’opera narrativa strettamente connessa ai problemi sociali e politici dei nostri tempi. In dialogo con l’autrice Maria Paola Masala Una geografia umana fatta di barriere invalicabili: razziali, territoriali, linguistiche, generazionali, economiche. Una più grande di tutte, quella legata ai nostri pregiudizi, alle nostre paure. Sono le “Frontiere visibili e invisibili” che Paola Carta tratta nella sua raccolta di racconti pubblicata da Multimage, casa editrice dei diritti umani. Otto storie al femminile, che mostrano tutte un pezzetto di lei, la nona (sulle migrazioni) che propone un dialogo tra un fenicottero e una rondine. Infine la decima, dedicata a una straordinaria gallina femminista di nome Clotilde.
Centottantaquattro pagine per riassumere soltanto in parte la straordinaria esistenza di questa operatrice socio-culturale di Gesico, Trexenta, che partita dal suo paesino per studiare Lingue a Bologna, ha attraversato con generosa passione mezzo mondo, alla testarda ricerca delle periferie più abbandonate e pericolose. Dall’Angola al Mozambico, dal Brasile (dove ha frequentato il Teatro dell’Oppresso di Paulo Freire) al Salvador, dal Guatemala alla Colombia e poi ad Haiti, ha accumulato anni di esperienza con la cooperazione internazionale come coordinatrice di progetti di sviluppo psicosociale, in particolare con popolazioni altamente vulnerabili: bambini, giovani, e donne vittime di violenza. «Nulla avviene per caso nelle nostre vite. Le situazioni che affrontiamo, le persone che incontriamo sono maestre e ci invitano a scendere dal piedistallo per accogliere quello che vogliono insegnarci, perché ogni cosa ha bisogno di essere capita per poter trascendere il vittimismo che ci spinge a trovare sempre fuori di noi la ‘colpa’ di quello che ci accade».