Le scorte d’acqua in Sardegna non sono sufficienti per mettersi alle spalle l’allarme siccità: nonostante le piogge delle scorse settimane la capacità invasabile nei bacini artificiali è sotto la soglia del 50% (49.7%) con poco oltre 906 milioni di mc su 1.824 milioni, oltre 50 milioni in meno dell’anno scorso. La Baronia e il Nuorese hanno trovato un po’ di sollievo rispetto all’autunno siccitoso che aveva portato le dighe a toccare quota 749.6 milioni di mc, ossia il 41,1%, ma ancora non basta. I dati sono stati diffusi dall’Autorità di Bacino regionale nell’ultimo bollettino che riporta la situazione attuale.
Il valore del volume idrico invasato al 31 gennaio 2025 ha subito un incremento pari a 156 milioni di metri cubi, rispetto al volume invasato al 31 dicembre 2024. Per quanto riguarda l’indicatore di stato per il monitoraggio ed il preallarme della siccità dell’intera isola relativo al mese di gennaio, si registra una condizione di “pericolo” o “allerta”, con un valore dell’indicatore pari a 0.19. In sintesi: la Sardegna non è ancora fuori dall’emergenza siccità. A confermarlo è anche il provvedimento adottato ieri dalla Provincia di Sassari che ha autorizzato il riutilizzo delle acque reflue trattate dal depuratore della città. Oggi la Coldiretti è in piazza davanti alla prefettura per la grave situazione di siccità nella Sardegna meridionale.
Le situazioni più critiche si rilevano, infatti, sull’Alto Cixerri, nel Sulcis, dove il volume invasato supera di poco il 10,7%, ma anche nel Basso Sulcis con il 31%. Leggermente migliore, ma sotto la soglia del 50%, il sistema del Tirso Flumendosa (45.5%) mentre quello Nord Occidentale e l’Ogliastra, pur superando la metà della capacità invasata, mostrano un indicatore di “pericolo” che non fa stare tranquilli (0.19 come la media regionale). Ora si spera nella nuova ondata polare di San Valentino che potrebbe portare neve a bassa quota e altre precipitazioni.