Sciacalli senza cuore a Decimoputzu rubano nella casa del morto: “Hanno preso due miseri rubinetti”
Non c’è limite all’indecenza. A due settimane dalla morte di Marcello Anolfo, qualcuno ha deciso di profanare il dolore di una famiglia entrando nella sua abitazione e portando via il nulla. Due rubinetti. È questo il bottino degli sciacalli che, approfittando dell’assenza e del silenzio lasciato dal lutto, hanno forzato l’ingresso della casa dell’uomo scomparso da poco, lasciando dietro di sé rabbia e incredulità.
A denunciare l’accaduto è il fratello, Maurizio Anoffo, che fatica a trovare le parole: «Pensavano che mio fratello avesse oro? – dice – Non c’era niente da rubare. Hanno preso due miseri rubinetti, come se questo potesse valere il dolore che ci hanno aggiunto». Un gesto che colpisce più per la sua meschinità che per il danno materiale, minimo, ma carico di un significato amaro.
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La casa di Marcello era chiusa da giorni. Nessun segno di ricchezza, nessun oggetto di valore. Eppure qualcuno ha deciso di entrare lo stesso, come se la morte fosse un’occasione, come se il lutto altrui autorizzasse ogni bassezza. «È un atto ignobile – continua Maurizio – non solo verso la nostra famiglia, ma verso tutta la comunità».
Il paese è scosso. A Decimoputzu, dove tutti si conoscono, la notizia ha fatto rapidamente il giro, suscitando indignazione e solidarietà. Molti parlano di un clima che preoccupa, di una mancanza di rispetto che va oltre il furto. «Rubare a un morto è come rubare alla memoria», commenta un vicino.
Ora la speranza è che i responsabili vengano individuati. Ma, al di là delle indagini, resta una ferita difficile da rimarginare: quella lasciata da chi, senza cuore, ha scelto di infierire sul dolore invece di rispettarlo.