Sapori, musica e sorrisi: Natale di speranza nel carcere di Uta
Un Natale diverso, carico di umanitĆ e condivisione, quello vissuto nel carcere di Uta, dove circa 150 persone tra detenuti, detenute e figli dei reclusi hanno partecipato a un pranzo natalizio speciale, capace di abbattere ā almeno per un giorno ā i muri della detenzione.
Protagonisti assoluti della giornata sono stati i menù dāautore firmati da tre nomi dāeccellenza della cucina sarda: Luigi Pomata, Laura Sechi e Francesco Stara, che hanno messo talento e cuore al servizio di unāiniziativa dal forte valore sociale.
Piatti curati e sapori autentici hanno trasformato il pranzo in un vero momento di festa, restituendo ai partecipanti il calore del Natale. Ad accompagnare il convivio non sono mancati spettacolo e intrattenimento.
Le risate sono state garantite dalla comicitĆ travolgente di Benito Urgu, mentre le canzoni di Diana Puddu di Quartu hanno regalato emozione e leggerezza, creando unāatmosfera familiare e accogliente.
Lāiniziativa ĆØ promossa dallāassociazione Prison Fellowship, che da 12 anni organizza in tutta Italia il pranzo di Natale allāinterno degli istituti penitenziari, con lāobiettivo di sostenere i legami familiari e portare un messaggio di speranza e riconciliazione.
A Uta, lāassociazione ha trovato un prezioso supporto locale negli Artieri e nella CVX, che hanno contribuito in modo determinante alla riuscita dellāevento. Fondamentale anche il contributo della parrocchia dellāAnnunziata, che in pochissimo tempo ha raccolto 80 regali destinati ai bambini dei detenuti.
Doni consegnati da un Babbo Natale davvero speciale: non arrivato dal Polo Nord, ma da Pirri, e con un cognome che ha strappato più di un sorriso, Ardau.
Una giornata intensa e ricca di significato, che ha dimostrato come solidarietĆ , volontariato e collaborazione possano trasformare il Natale in unāoccasione concreta di vicinanza, anche nei luoghi dove la speranza sembra più difficile da trovare.