In Sardegna sanità alle corde, i sindacati uniti lanciano un ultimatum alla Todde dopo le tante promesse non mantenute
Sanità malandata più che mai in Sardegna, senza ormai più un assessore di riferimento dopo le note dimissioni di Armando Bartolazzi e la volontà di Alessandra Todde di prendere le redini di un assessorato più che nel caos.
E, ciliegina sulla amara torta, ecco il cartellino rosso sventolato in faccia a tutta la Giunta del Campo Largo di centrosinistra da Cgil, Cisl e Uil: “Il 4 agosto scorso abbiamo firmato con la presidente Todde e con l’assessore Bartolazzi un protocollo che definiva impegni chiari e obbiettivi verificabili per imprimere una svolta alla situazione drammatica della sanità regionale. Quel protocollo rappresentava un atto di fiducia, un patto di responsabilità condivisa, fondato anche sulla garanzia di un sistema di informazione, consultazione e confronto continuo”, ricordano i segretari generali Fausto Durante, Pier Luigi Legga e Fulvia Murru.
“A oltre quattro mesi dalla firma, però, quella svolta non c’è stata”, attaccano. “Le realtà che vivono cittadini e lavoratori è immutata: liste d’attesa che si allungano, servizi in sofferenza, territori privi di risposte, personale sanitario costretto a operare in condizioni di emergenza permanente. Le riunioni svolte sinora non hanno ancora prodotto gli avanzamenti auspicati, senza quelle decisioni operative che il protocollo prevedeva”.
È questo il punto decisivo: “La sanità sarda - aggiungono i segretari di Cgil, Cisl e Uil- non può più attendere. Perciò desta preoccupazione l’incertezza che sembra caratterizzare gli assetti di Giunta. Qualunque siano le motivazioni, il sindacato pretende una sola cosa: che non si creino vuoti di responsabilità, incertezze di governance o rallentamenti nell’attuazione degli impegni assunti".
Perché l’unica cosa che conta è una sola: che ogni punto del protocollo del 4 agosto venga reso immediatamente esigibile, senza ritardi, senza incertezze e senza ambiguità.
"La credibilità delle istituzioni si misura sulla capacità di attuare ciò che si sottoscrive", cioè "assunzioni e stabilizzazioni, rafforzamento della sanità territoriale, riorganizzazione dei servizi, riduzione delle liste d’attesa, potenziamento della domiciliarità, monitoraggio trasparente degli avanzamenti".
"In questo quadro, ci attendiamo che il confronto già programmato per il prossimo 16 dicembre si svolga con la presenza della presidente Todde e che rappresenti finalmente un momento decisivo, capace di chiarire l’assetto istituzionale, sciogliere i nodi rimasti aperti e definire tempi certi, operativi e immediatamente verificabili per l’attuazione del protocollo".
La fine della nota unitaria offre un quadro chiarissimo della situazione: "La sanità sarda è sull’orlo del baratro e non consente a nessuno di restare alla finestra o di perdere altro tempo. Se non arriveranno rapidamente la svolta e l’inversione di tendenza che hanno motivato la firma del 4 agosto - concludono Durante, Ledda e Murru - il sindacato metterà in campo tutte le iniziative necessarie a tutela dei lavoratori, delle famiglie e dei territori della Sardegna".