Quartu, la tubatura di via Manara cede di nuovo: settantamila cittadini senz’acqua e senza risposte
Ancora una notte di disagi, ancora una rottura, ancora una città intera Quartu, senz’acqua e ostaggio delle emergenze idriche. È successo di nuovo in via Manara a Quartu: la tubatura primaria, riparata appena una settimana fa, ha ceduto nello stesso identico punto, provocando un forte “crac” avvertito dai residenti poco dopo la mezzanotte.
Nel giro di pochi minuti, l’intero centro abitato si è ritrovato senz’acqua, con settantamila persone a secco e comprensibilmente furiose. L’episodio ha messo di nuovo in evidenza la fragilità di una rete idrica che, ormai da mesi, sembra non riuscire a reggere.
A confermarlo l’unico comunicato diffuso da Abbanoa nelle prime ore del mattino: “Quartu, questa notte si è verificata una nuova rottura nella condotta primaria di via Manara. Per avviare i lavori di riparazione necessario chiudere il serbatoio cittadino e interrompere l’erogazione nel centro abitato. I tecnici di Abbanoa sono al lavoro per ripristinare l’erogazione quanto prima”.
Nessuna indicazione sui tempi, nessuna previsione sul ritorno alla normalità. Intanto la città si è risvegliata nel caos. Le famiglie sono rimaste senza possibilità di lavarsi o preparare la colazione.
Alcune attività commerciali non hanno potuto aprire, mentre bar e ristoranti stanno facendo i conti con una situazione che rischia di compromettere l’intera giornata lavorativa.
Sui social, l’indignazione cresce di minuto in minuto: molti chiedono interventi strutturali, non più semplici riparazioni tampone che durano appena qualche giorno.
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C’è chi parla di una gestione “fallimentare”, chi invoca controlli indipendenti e chi pretende un piano dettagliato per la sostituzione dell’intera condotta. In assenza di previsioni ufficiali, Quartu resta sospesa nell’incertezza.
L’unica certezza, per ora, è che la città si trova a fronteggiare l’ennesima emergenza idrica, un problema che sembra destinato a ripresentarsi finché non verranno effettuati interventi radicali. E i cittadini, stanchi e infuriati, non sono più disposti ad aspettare in silenzio.