Cagliari, tutela del Ministero per l’archivio della Galleria Duchamp
Prima la custodia coattiva, poi il vincolo culturale. Le mani del Ministero sull’archivio della Galleria Arte Duchamp. La Galleria nasce nel 1973 a Cagliari grazie alla gallerista olandese Anouk Van de Velde, che costruisce un’identità ironica e colta ispirandosi a Marcel Duchamp (il nome scelto per la Galleria gioca sulla traduzione del cognome della sua fondatrice, nel 1973, Van de Velde in olandese significa dal campo, ma è anche un omaggio all’artista Duchamp). Nel 1974 Angela Grilletti Migliavacca entra nel progetto e imprime un ritmo nuovo alla giovane galleria. Porta contatti internazionali, introduce un forte focus sulla grafica d’arte e crea uno spazio dinamico che attira artisti, critici e intellettuali.
La galleria cresce, si sposta tra tre sedi e modifica più volte la sua pelle, ma mantiene sempre un ruolo centrale nella scena sarda del secondo dopoguerra. Conferenze, incontri, mostre sperimentali e un fitto scambio di idee trasformano la Duchamp in un vero laboratorio culturale.
Un patrimonio di carte che racconta un’epoca
L’archivio della Duchamp non rappresenta un semplice deposito di documenti: vibra come un paesaggio narrativo ricco di intrecci, intuizioni e relazioni umane. Ogni scatola custodisce lettere intrise di progettualità, fotografie di mostre che hanno segnato un’epoca, manifesti dai colori intensi, grafica d’autore, dattiloscritti, prove editorali, cataloghi, inviti e materiali rarissimi.
Ogni fascicolo illumina una stagione culturale complessa, dove Cagliari dialoga con Roma, Milano, Parigi e New York attraverso artisti, critici e curatori.
In questo universo cartaceo, la figura di Angela Grilletti Migliavacca emerge con forza. L’artista Igino Panzino l'ha ricordata così: «La sua competenza e la sua generosità hanno sostenuto per anni la migliore arte sarda e l’hanno portata oltre i confini dell’isola».
La svolta: custodia coattiva e tutela pubblica
Fino ai primi mesi del 2025 l’archivio rimane custodito da Noemi Migliavacca, figlia della gallerista. Il locale però non offre condizioni idonee alla tutela del materiale. Il procedimento di dichiarazione d’interesse culturale inizia nei primi mesi dell’anno e la Soprintendenza, dopo le prime verifiche, sceglie di proteggere il fondo attraverso una custodia coattiva presso l’Archivio di Stato di Cagliari.
Il trasferimento avviene per garantire sicurezza, conservazione e accessibilità a un patrimonio che racconta vent’anni di vita artistica. Ora il fondo — circa 10 metri lineari suddivisi in 22 scatole, un faldone e una busta — attende il lavoro di inventariazione che permetterà di ricostruire la sua struttura definitiva.
Un vincolo che valorizza, non che limita
Secondo il Ministero il vincolo culturale non blocca il patrimonio: lo esalta. La dichiarazione d’interesse riconosce l’importanza di un archivio che racconta l’evoluzione dell’arte contemporanea in Sardegna e che offre materiali unici per studiosi, storici e curatori. E le sue carte continuano a raccontare storie che resistono al tempo e che illuminano l’immaginario artistico di un’intera generazione.