Nora prosperò sul mare. Le navi salpavano dal suo porto e tornavano cariche di merci, lingue e culture. La città, distesa sulla penisola a sud della Sardegna, guardava al Mediterraneo come a una piazza comune dove popoli e commerci si intrecciavano. Le testimonianze archeologiche descrivono un luogo aperto, vivo, proteso verso lo scambio e la convivenza.
Gli archeologi però raccontano anche un’altra faccia della città: quella che teme, si difende e costruisce muri per proteggersi. La campagna di scavi 2025 ha restituito una scoperta straordinaria: una fortificazione punica che taglia la penisola di Nora nel suo punto più stretto. La scoperta raccontata da Archeoreporter.
La scoperta della fortificazione punica
Il team dell’Università di Padova, guidato da Arturo Zara e Maria Chiara Monaco, ha identificato una poderosa struttura difensiva risalente tra il V e il IV secolo a.C. Gli studiosi hanno trovato grandi blocchi disposti lungo una linea rettilinea, interpretabili come parte di un muro difensivo. Una porta monumentale regolava l’accesso a un’area protetta che si estendeva verso la torre del Coltellazzo, segno che Nora non viveva solo di commerci, ma anche di strategie e timori.
Il muro tagliava l’istmo, creando una barriera fisica tra il centro abitato e l’interno della penisola. Gli archeologi collegano questa costruzione a momenti di tensione con Roma o a incursioni provenienti dal mare. La comunità punica, consapevole dei pericoli, investiva risorse per garantire sicurezza e continuità alla propria vita urbana.
Le strade raccontano la trasformazione della città
Gli scavi hanno rivelato anche una complessa rete di strade che attraversavano la fortificazione. In epoca romana, la città modificò i suoi percorsi, cancellando il tracciato originario e sovrapponendo nuove vie lastricate con malta. Questi cambiamenti segnano il passaggio da un’epoca di difesa a una fase di apertura e sviluppo.
Camminare oggi tra quelle pietre significa leggere una storia lunga più di duemila anni, fatta di paure e commerci, guerre e rinascite. Nora continua così a raccontare se stessa, tra le onde e la terra, come una città che non ha mai smesso di vivere di mare.