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Cagliari, Marina “ripulita” dalla malamovida e i ragazzi scrivono cartelli contro la violenza

Decisiva la presenza di polizia e carabinieri. I pochi giovani presenti hanno dialogato con gli psicooe operatori di strada
Paolo Rapeanu

Cagliari, la Marina si rialza dopo la violenza: piazze più sicure e giovani protagonisti del cambiamento

A una settimana dal drammatico accoltellamento tra due minorenni di appena quindici anni, il quartiere Marina ha mostrato ieri sera un volto completamente diverso. L’area, spesso teatro della cosiddetta ā€œmalamovidaā€, ĆØ stata attraversata da un’aria di rinnovata serenitĆ  e controllo.

Decisiva, come sottolineano residenti e commercianti, ĆØ stata la presenza capillare delle forze dell’ordine: polizia e carabinieri hanno pattugliato con costanza le strade e le piazze principali, garantendo una serata tranquilla e senza eccessi.

Dalle 15 alle 21, solo una cinquantina di ragazzi si sono ritrovati nei luoghi più frequentati del quartiere, perlopiù in piccoli gruppi e in condizioni di sobrietà. Un dato che segna una svolta rispetto alle notti di caos e degrado che spesso hanno animato la Marina.

In questo nuovo clima, gli operatori di strada dell’associazione IFOS, guidati dallo psicologo Luca Pisano, hanno promosso un’iniziativa di riflessione e confronto con i giovani.

L’obbiettivo: trasformare la paura e la rabbia in parole, pensieri e consapevolezza. Su grandi cartelloni bianchi, collocati tra piazza Sant’Eulalia, via Sicilia e via Napoli, i ragazzi hanno potuto lasciare messaggi anonimi sotto la scritta ā€œFai sentire la tua voceā€.

I pensieri emersi raccontano un desiderio di cambiamento e di responsabilitĆ : ā€œBasta girare armati, poteva scapparci il morto per una ragazzata!ā€, scrive qualcuno. Un altro aggiunge: ā€œHai perso nel momento stesso in cui hai tirato fuori il coltelloā€. E ancora: ā€œI problemi si risolvono parlandone, non con le lameā€.

Tra le frasi compare anche una riflessione più complessa: ā€œSe provochi, ĆØ normale che poi reagiscono… ma non cosƬ!ā€, segno di una consapevolezza ancora in costruzione, ma che testimonia la voglia di capire e di crescere. L’iniziativa, accolta con favore dagli abitanti, rappresenta un primo passo verso la riappropriazione del quartiere da parte della comunitĆ .

ā€œVedere i ragazzi fermarsi a scrivere, a discutere, ĆØ il segno che qualcosa si sta muovendo – commenta un commerciante di via Napoli –. Speriamo che non sia solo una parentesi, ma l’inizio di una nuova normalitĆ  per la Marinaā€.

Il messaggio che arriva da Cagliari ĆØ chiaro: il cambiamento parte dal dialogo, e anche dopo la violenza, c’è sempre spazio per la rinascita.

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