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La vita oltre il carcere, a Uta spiccano le mattonelle artistiche delle detenute

Prove di ritorno alla “normalità”, ecco le opere realizzate da un gruppo di donne che, prima o poi, torneranno libere
Paolo Rapeanu

Inaugurata mostra ceramiche nella sezione femminile del carcere di Uta, realizzate dalle detenute con l’artista terralbese Maria Jole Serreli

Otto “mattonelle” artistiche di ceramica, realizzate dalle detenute durante il corso “Modellare in libertà” di Maria Jole Serreli, abbelliscono da oggi la sezione femminile del carcere di Uta, arricchendo con una mostra permanente lo spazio di fronte al murales “Oltre”.

Nato dalla collaborazione dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme” con la Fondazione Faustino Onnis nell’ambito del Festival letterario “Anderas”, il progetto è stato articolato in più appuntamenti. Oltre a Maria Jole Serreli, sono intervenuti Davide Perra, Luciana Onnis, coordinatrice del Festival letterario “Anderas” e Maria Grazia Caligaris, presidente di SDR.

All'inaugurazione della mostra erano anche presenti una decina di detenute della sezione.

"Completiamo oggi un progetto che – ha spiegato l'artista di Terralba Maria Jole Serreli – ha avuto lo scopo di avvicinare le destinatarie alla realizzazione di manufatti in argilla. Le ragazze infatti hanno appreso metodiche per la creazione di forme tridimensionali con il solo utilizzo delle proprie mani senza particolari attrezzature".

"Questa tecnica, usata fin dai tempi più remoti, è ancora oggi utilizzata da molti artisti. Per i lavori utilizzata un'argilla che non necessita di cottura e i manufatti possono diventare piccoli oggetti da vendere nei mercatini o da regalare".

Le mattonelle, confezionate con ramoscelli, foglie e conchiglie, resteranno nell'Istituto a ricordare un incontro artistico-culturale.

"La manualità ha trovato spunto spiega Luciana Onnis, presidente della Fondazione "Faustino Onnis – da letture tratte da libri presentati nell'edizione 2024 del Festival letterario Anderas".

"L'esperienza con le ragazze del carcere è stata particolarmente toccante per gli aspetti umani che sono rintracciabili nelle parole incise nelle mattonelle".

"L'iniziativa, ha trovato il sostegno dell'Area Educativa, della Direzione dell'Istituto Penitenziario e delle Agenti, ha offerto alle donne detenute – ha spiegato Maria Grazia Caligaris – un'occasione di "evasione" facendo leva sulla creatività".

"L'uso delle mani nella produzione di oggetti richiama infatti la più antica cultura materiale femminile. Un modo per '"'giocare" con strumenti elementari, imponendo alla mente stimoli e regole".

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