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Cagliari, manifestazione pro Palestina organizzata all’ultimo blocca il centro della città

Un antipasto, non previsto, dello sciopero generale del 3 ottobre. In mille hanno sfilato da piazza Matteotti a piazza Repubblica
La Redazione

Corteo pro-Palestina nel centro cittadino: in decine sfilano da piazza Matteotti a piazza Repubblica

Ancora una giornata di mobilitazione nel cuore del centro urbano. Questa mattina, poco dopo le 9, piazza Matteotti è diventata il fulcro di una nuova protesta a sostegno del popolo palestinese. Decine di attivisti si sono radunati spontaneamente, dando vita a un corteo che ha attraversato le vie principali del centro fino a raggiungere piazza Repubblica, sotto gli occhi di passanti, commercianti e forze dell’ordine dispiegate per garantire la sicurezza.

Muniti di bandiere, cartelli e striscioni, i manifestanti hanno scandito slogan come “Palestina libera” e “Stop all’occupazione”, mentre alcuni tra loro sventolavano fotografie e messaggi di solidarietà rivolti agli attivisti della Freedom Flotilla, recentemente bloccati dalla marina israeliana in acque internazionali e successivamente arrestati. L’episodio ha sollevato un’ondata di indignazione nei circuiti attivisti internazionali, innescando proteste a catena anche in Italia.

Quella di oggi non è stata un’iniziativa annunciata ufficialmente. Al contrario, l’intera mobilitazione (la foto del corteo è di Dietrich Steinmetz) ha preso forma nelle ultime ore attraverso canali informali come gruppi Whatsapp, Telegram e post sui social media. Un passaparola digitale che ha replicato un modello già visto in altre città italiane.

Nonostante l’assenza di un’organizzazione ufficiale alle spalle, il corteo si è svolto in modo pacifico, senza tensioni rilevanti. Agenti della polizia Municipale e della Digos hanno accompagnato il percorso della manifestazione, monitorando il flusso dei partecipanti e presidiando i punti più sensibili lungo il tragitto.

La protesta odierna segue quella di ieri, che aveva registrato un’ampia partecipazione ma che, anche in quel caso, era nata spontaneamente nel giro di poche ore.

Segno di una crescente mobilitazione dal basso che, fuori dai canali istituzionali, continua a trovare forza e voce grazie alla rete. Secondo alcune testimonianze raccolte sul posto, l’intenzione degli attivisti è quella di non fermarsi: “Non possiamo restare in silenzio".


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