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Campionessa del mondo, Alessia Orro festeggia sventolando i 4 Mori: “Orgoglio sardo”

Todde: “Premiata come miglior palleggiatrice del mondo. Simbolo di passione e determinazione”
La Redazione

La governatrice Todde: “Alessia Orro, orgoglio sardo”

La governatrice Todde: “Alessia Orro, orgoglio sardo”. L’Italia del volley femminile ha conquistato il titolo mondiale battendo la Turchia in una finale spettacolare chiusa al tie-break per 3-2 (25-23, 13-25, 26-24, 19-25, 15-8). Le azzurre hanno esultato per la 36ª vittoria consecutiva e hanno regalato al Paese un trionfo che unisce sport, passione e orgoglio nazionale.

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Alessia Orro, palleggiatrice originaria di Oristano, ha diretto il gioco azzurro con lucidità e coraggio. Gli organizzatori del torneo le hanno assegnato il premio di miglior palleggiatrice, riconoscendo il suo ruolo fondamentale nella vittoria. La sua prestazione ha emozionato tutta la Sardegna, che si è sentita rappresentata sul palcoscenico mondiale.

La presidente della Regione, Alessandra Todde, ha voluto celebrare il successo con parole che hanno colpito tifosi e cittadini: «L’Italia del volley femminile è campione del mondo! Un successo che ci rende fieri perché porta con sé anche l’orgoglio sardo grazie ad Alessia Orro, che è stata premiata come miglior palleggiatrice del torneo. Alessia, simbolo di passione e grandissima determinazione, spero diventi fonte di ispirazione per le generazioni più giovani. Brave ragazze!».

Il messaggio di Todde ha unito celebrazione sportiva e sentimento identitario. La presidente ha sottolineato non soltanto la forza delle azzurre, ma anche il valore di Alessia Orro come esempio per chi sogna di emergere nello sport. Il suo elogio ha dato voce a una Sardegna che vive con fierezza la vittoria mondiale e che riconosce in Orro un simbolo di talento e sacrificio.

La finale vinta dalle azzurre e il riconoscimento alla campionessa sarda diventano così motivo di orgoglio collettivo, capace di ispirare nuove generazioni e di rafforzare il legame tra sport e territorio.

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